TERAMO – Tornano a contrapporsi il Comune di Teramo e Abruzzo Circuito Spettacolo, a distanza di circa tre anni dalla querelle che aveva portato alla separazione delle due stagioni teatrali. Ma se allora era la giunta Brucchi ad alzare la voce nei confronti del nuovo gestore del teatro Comunale, stavolta è quella D’Alberto a farlo: è di questi giorni la notifica all’Associazione culturale del decreto ingiuntivo con cui l’amministrazione chiede il pagamento di 69mila euro di canone di locazione previsto dal contratto.
Erano diversi i rumors circolati di un difficile confronto tra gestore e Comune, circa il rispetto degli accordi contrattuali, e più volte anche in Consiglio comunale era stata ribadita la necessità di un più serrato controllo del rispetto delle clausole del bando. Su tutti, il più ‘attivo’ nell’azione di pungolo era stato il consigliere di maggioranza Maurizio Verna, che da componente nominato dal Comune nel Cda della Riccitelli, aveva da tempo sollevato il problema ben conoscendone passaggi e carte. Adesso l’esecutivo D’Alberto è passato ai fatti: secondo la ricostruzione degli uffici comunali, l’Acs avrebbe ottemperato al pagamento di quanto dovuto soltanto nei primi dei mesi della gestione, per poi interrompere i versamenti, fino a raggiungere la somma oggi contestata. Non è difficile pensare che l’aver avviato un contenzioso di questo genere potrebbe anche costituire preludio a una ipotesi di risoluzione del contratto. In un clima di ‘conteggi’ come quello attuale, vedi polemica di Teramo 3.0 sul rapporto debitorio con la Ruzzo Reti e intimazione alla Teramo Ambiente di esigere in maniera più incisiva all’Agenzia delle Entrate il rimborso delle quote Iva sulla Tia degli anni 2007-2009, il decreto ingiuntivo all’Acs è destinato a sollevare polemiche. L’Associazione sembra giustifichi questo mancato versamento con una sorta di equivalenza degli importi sborsati per la mancata possibilità di ristrutturazione del bar del cineteatro, una sorta di rimborso degli introiti previsti nel contratto e venuti invece a mancare per un problema strutturale dell’immobile. La replica fa riferimento al contenuto del bando, che nel capitolato prevederebbe lavori di straordinaria manutenzione a carico del gestore, e dunque escluderebbe qualsiasi forma di indennizzo o ‘cambio merce’ con il canone di affitto. Il contenzioso è aperto ed è forse soltanto il primo di una serie che il Comune di appresta ad affrontare. Sembra infatti che un altro probabile decreto ingiuntivo possa essere notificato al Cope, il Consorzio Punto Europa, centro di informazione e progettazione sulle politiche sociali ed economiche comunitarie, ospitato nei locali del Parco della Scienza dal 2009. In questo caso il Comune -che fa parte della compagine sociale assieme ad altri 10 comuni abruzzesi, e tra gli altri anche la Provincia, l’Università e la Fondazione Tercas -, ha ceduto in comodato gratuito la sede al Consorzio. Le utenze sarebbero però a carico del Cope e l’amministrazione ne chiede da tempo il rimborso. Anche in questo caso le cifre in ballo ammontano a qualche decina di migliaia di euro e per il momento il Comune avrebbe scelto un atteggiamento più… morbido rispetto all’intimazione giudiziale: la Ragioneria avrebbe bloccato un pagamento per circa 50mila euro. E’ però soltanto il primo passo: fonti interne all’esecutivo del sindaco Gianguido D’Alberto sarebbero per imminente e necessario un tavolo per affrontare l’argomento e possibilmente risolverlo. Non è nemmeno escluso che questo possa avere anche riflessi politici sulla tenuta della maggioranza, perché uno dei consiglieri di Teramo 3.0, Giovanni Luzii, non ha mai nascosto il proprio interesse verso il Cope, di cui ha ricoperto anche il ruolo di presidente e amministratore delegato da 2011 al 2017. Coerenza di posizione (vedi Ruzzo Reti) dovrebbe trovare d’accordo anche Teramo 3.0 sul procedere per il recupero del credito, ma il momento politico all’interno della maggioranza D’Alberto potrebbe non escludere nuovi colpi di scena.