TERAMO – Anche per il Pef – il piano economico finanziario della Teramo Ambiente – che approda questa mattina in consiglio comunale per la discussione e l’approvazione, si annuncia una probabile appendice giudiziale. Perchè dicono alla Teramo Ambiente, il Comune "non può esercitare una surrogazione attiva" agli organi dirigenti della partecipata che hanno una precisa autonomia gestionale. La polemica è sempre aperta, sul concetto di società a partecipazione pubblica e non di controllo pubblico. E’ l’amministratore delegato Pietro Pelagatti a ribadire il concetto: "L’ho fatto notare anche al tavolo con i sindacati – dice -, la TeAm è una società per azioni a capitale misto pubblico privato, non è una società in house o una società a controllo pubblico, dove il Comune o la parte pubblica può governarne la gestione. Ad amministrare la Teramo Ambiente c’è un consiglio di amministrazione, con un Ad nominato dalla parte privata: spettano a noi il governo e le scelte. Possono essere sbagliate, come ha detto il sindaco nella sua conferenza stampa, ma per contestare questo ci sono altre procedure".
Così come i tagli al consuntivo 2018, che hanno colpito costi già sostenuti: "Il piano approvato lo scorso anno dal commissario straordinario Luigi Pizzi adesso viene rivisto dall’amministrazione comunale – spiega Pelagatti -. E cosa si fa? Si richiedono i soldi indietro? Questa diventa una questione aperta, adesso, che probabilmente ci trascineremo ancora per lungo tempo, come ci trasciniamo da anni i famosi crediti su cui il Comune non ha mai fatto chiarezza". Il riferimento è ai crediti inesigibili, ai conguagli, al verde pubblico e ai lavori del cimitero che sono alla base della richiesta di arbitrato fatta dalla governance della partecipata e che lunedì dovrebbero essere argomento del tavolo paritetico: "Ci hanno accusato di non aver prodotto in tempo i documenti per il Pef: forse volevano dire che ne abbiamo prodotti troppi e che è stato difficile capirli? Piuttosto gli uffici comunali ci dicessero perchè sono cinque mesi che ci portano in canzone – aggiunge l’amministratore delegato – con la storia delle contestazioni alle nostre richieste di saldare i debiti che si trascinanano da anni: nelle riunioni fatte finora hanno sempre parlato di documenti, ma gli unici che sono stai messi sul tavolo sono stati i nostri e di contestazioni non se ne trova traccia".
"Ma se davvero è insufficiente la documentazione del Pef, o ci sono le intenzioni di apportare dei tagli – spiega anche il presidente Pietro Bozzelli -, si risolve tutto a distanza con una matita blu pronta per bocciare? In rapporto tra socio e società forse ci si confronta e si parla, proprio per apportare le eventuali mofdifiche assieme".