TERAMO – L’assemblea dei sindaci sul bilancio della Ruzzo Reti è la fotocopia di quella che a dicembre battezzò il nuovo Cda, anche se stavolta il Comune di Teramo, leggi sindaco Gianguido D’Alberto, si è ritrovato da solo a votare contro. Gli argomenti all’ordine del giorno sui cui i primi cittadini o loro delegati dovevano esprimersi erano tre: sul bilancio è finita 33-1 (erano assenti i sindaci di Castelli e Tossicia), sul piano industriale 32-1 (si è astenuto il sindaco di Mosciano), sulla pianta organica 31-1 (si sono astenuti i sindaci di Mosciano e Cermignano).
D’ALBERTO ISOLATO? Uno contro tutti, sindaco isolato? "Niente affatto – ha detto a caldo il sindaco di Teramo -: primo perchè la scelta è stata condivisa con la maggioranza compatta, dopo un ampio confronto, e quindi si tratta di una celta di Teramo città; secondo, perché è stata fatta secondo coscienza: non mi fa paura questo tipo di solitudine, la solitudine che intendo prendere in esame è quella rispetto ai cittadini". Alla critica, motivata, espressa dal comune capoluogo, fa da contraltare la soddisfazione degli amministratori del Cda che hanno visto passare un non facile documento contabile, che pure mantiene a 94 milioni il debito anche a fronte di 42 milioni di credito, un piano industriale di 100 milioni di investimenti e anche un aumento tariffario del 12,5%: "Per la prima volta otteniamo l’unanimità tranne che da Teramo – ha detto la presidente Alessia Cognitti -, i sindaci sono stati concordi e hanno mostrato entusiasmo per l’immane lavoro che è stato fatto in questi mesi, e soprattutto in questi anni. Rimane quella punta di amarezza perché il mio Comune, il capoluogo, e la mia corrente politica hanno preso questa posizione politica contro di me, a mio avviso di rigidità. Spero di fargli cambiare idea nei prossimi anni con i risultati che sicuramente porteremo".
VOTO POLITICO. La presidente Cognitti non ha dubbi: "Voto politico quello di Teramo". E’ un voto di sfiducia? La fiducia il sindaco D’Alberto non ce l’ha data dall’inizio – aggiunge Cognitti -, diciamo che in fondo è stato un voto di coerenza. IO credo però che bisognerebbe uscire dai ruoli politici di fronte a questi contesti. Se non ricordo male è stato proprio D’Alberto il primo fautore a dichiarare che la politica dovrebbe uscire dalle società partecipate e che poi sia lui il primo a praticarla". Ma il primo cittadino tiene a sottolineare che non si è trattato di voto politico, bensì di "voto non pregiudiziale, anzi costruttiva, di una riflessione su una gestione che è figlia delle modalità con cui è nato questo consiglio di amministrazione".
COSTI PERSONALE. Secondo D’Alberto "la vera criticità di questo bilancio sono i costi fissi e in particolare la gestione dei costi del personale che nel corso del 2018 crescono di un milione di euro, dettati in particolare dalla forte criticità dell’aumento degli interinali. Volete i dati? Dal 2018 si è passati da 62 a 79 interinali, con un incremento del 27%. E’ problema che ci trasciniamo da tempo, molto grave, non in linea con la legge che prevede selezioni pubbliche, crea precarietà e modo di gestione politica del personale che noi stiamo combattendo in tutte le società partecipate". Anche sulle assunzioni future, D’Alberto esprime forti critiche: "Sono reviste 11 assunzioni legate a figure non operative ma personale in cui ciascun ruolo costa 53mila euro lordi: questo lascia intendere che al pensionamento non c’è riequilbrio nel rapprto tra personale operativo e impiegatizio. Quali sono i tempi e i modi di sanatoria per gli interinali perché, carte alla mano, fino al 2021 c’è ancora la conferma di 78 interinali". I costi aumenteranno, già dal 2018 al 2019, dice il sindaco, avremo un aumento di 300mila euro, da 14,2 milioni a 14,5: "L’Ersi ha scritto di nuovo, criticando l’esplosione di assunzioni annunciate nei giorni scorsi".
PIANTA ORGANICA. A marzo il Cda aveva approvato una struttura organizzativa diventata oggi una pianta organica: "Perchè fino a oggi – chiede il sindaco di Teramo – hanno provveduto a spsostamenti, attribuzioni di mansioni superiori, di ruoli che hanno modificato l’assetto dell’azienda, anticipando di fatto la pianta organica oggi approvata?". Il sindaco ha voluto spiegare meglio il concetto: "Se hai fatto spostamenti nelle more dell’approvazione della pianta organica e oggi la approvi, nonostante le critiche mosse dall’Ersi, vuoi cristallizzare ciò che è stato fatto". Promette "antenne altissime" Gianguido, come già ha fatto mettere agli atti.
ALTRI SINDACI. Secondo il sindaco di Giulianova, Jwan Costantini, "mostra valori in netto miglioramento rispetto al passato. Oltretutto gli investimenti proposti sono strutturali e determinanti, molto importanti per la parte costiera nord della provincia e per il territorio di Giulianova in particolare", e per questo ha votato favorevolmente come il collega di Campli, Federico Agostinelli. Secondo il quale, "i numeri avvicinano il Ruzzo alle migliori realtà del servizio idrico a livello nazionale, che sono modelli da anni. C’è ancora da lavorare – ha aggiunto – ma il trend è positivo, penso alla situazione del 2013 quando era veramente negativa". Sul voto di Teramo ritiene anche lui essere "voto politico, più che un voto sulla gestione del Ruzzo".
IL BILANCIO. "Al netto di qualche dato positivo (le transazioni chiuse con i comuni, ndr) abbiamo una situazione sostanzialmente negativa: il debito strutturale resta sui 94 milioni di euro, che si regge di fatto sugli affidamenti delle banche soprattutto per la criticità dei crediti che sono esplosi fino a 42 milioni. Facile fare la differenza e dire che il debito è diminuito…", ironizza il primo cittadino teramano. Niente voto distruttivo su questo, tiene a dire, ma serve a lanciare una prospettiva diversa, nella consapevolezza che il debito resta e va abbattuto. Anche se poi D’Alberto si affretta a dire che l’utile di 110mila euro è stato possibile "grazie ad artifici contabili, due fatti straordinari non ripetibili", che è messaggio positivo verso le banche ma bisogna dire la cose come stanno: Un bilancio che sta in questo stato non può avere dei costi fissi fuori controllo".
Il PARTITO DEMOCRATICO. A tranquillizzare indirettamente la presidente Cognitti sulla contrarietà della sua corrente politica nel voto in assemblea, è il ‘suo’ capogruppo consiliare, Luca Pilotti, che parla di "voto basato su dati oggettivi e non su preconcetto politico. Il bilancio è sì verso il futuro dell’azienda ma anche una verifica di quello che è il completamento di un piano industriale pregresso. E sotto questo profilo vediamo che il precedente piano industriale prevedeva performance e risultati aziendali che non hanno trovato riscontro oggettivo. E’ su questo che si motiva il nostro voto contrario, per lettura tecnica, altro che posizione pregiudiziale".