TERAMO – Eccolo il nuovo progetto, che dovrebbe essere quello conclusivo, del Teatro romano come rimodulato dall’architetto Girolamo Bellomo, dopo le segnalazioni della sovrintendenza. L’idea leggermente rivista sarà portata alla Conferenza dei servizi prevista per il 14 ottobre prossimo.
Tra le differenze principali, innanzitutto è tornata la copertura degli archi, che nel ‘diazoma’ dell’autunno scorso non c’era più. Era una delle esigenze specifiche segnalate dalla Sovrintendenza. Nell’immgine si scorge copertura leggera, in materiale tubolare, con una sovrastruttura ondulata, aperta su tutti i lati. Nulla a che fare con il pesante ‘sarcofago’ prospettato come idea preliminare sotto l’amministrazione Brucchi ma scoperto solo un anno dopo in fase di stesura del progetto preliminare.
Scomparsa anche la sorgente d’acqua sul pulpitum, che storicamente ed architettonicamente nulla aveva a che fare con il teatro. Qualche movità, ma di difficile lettura, al centro dell’ima cavea, parte caratterizzante del progetto preliminare Bellomo, che qui aveva localizzato un book-shop, ristorazione, servizi e che la Sovrintendenza aveva bocciato totalmente, chiedendo un trasferimento dei servizi altrove. Adesso sembra che la struttura sembra sia stata ridotta di dimensioni e sposta, pur restando nell’ima cavea. Stesso discorso per le passerelle che andavano modificate: erano quattro, sono diventate tre, ma è stata eliminata quella che attraversava i vomitoria, sulla sinistra. Anche la quota complessiva dell’intervento pare cambiata, come da indicazione della Sovrintendenza. Il progetto di recupero funzionale del Teatro romano sembra al tempo stesso meno profondo, così come la quota di via Paris sembra intatta. Dunque, monumento isolato come vuole la Sovrintendenza ma interconnessione conservata dei diversi piani dell’intervento, storici, urbanistici e architettonici.