TERAMO – Ha spaccato l’assemblea della Gran Sasso Teramano e provocato la reazione, tra rabbia mista a preoccupazione degli operatori turistici dei Prati di Tivo, la decisione del sindaco di Fano Adriano, Luigi Servi, di notificare un decreto ingiuntivo da 110mila euro nei confronti della Gran Sasso Teramano per canoni di affitto dei terreni mai riscossi dal 2012. La prossima settimana, martedì, alla Camera di commercio il commissario liquidatore della Gst, Gabriele Di Natale, incontrerà gli imprenditori e gli operatori di Pietracamela e dei Prati per chiarire lo stato dell’arte e provare a scongiurare un rischioso stop dell’avvio della stagione turistica invernale, prevista – neve permettendo – il prossimo 8 dicembre.
L’inizitiva proposta dal primo cittadino fanese, tesa secondo i rumors a costringere l’assemblea della Gst alla quale il Comune stesso partecipa con una quota infinitesimale, ad uno ‘scambio’ tra credito e strutture turistiche di Pratoselva, rischia di bloccare l’operatività, anche se parziale della società proprietaria degli impianti, proprio alla vigilia di una delle stagioni turistiche di cui si conosceva fino a ieri, finalmente, l’avvio certo. Ma di sicuro ha provocato una pericolosa spaccatura, l’ennesima nel corso degli anni vissuta in queste zone, tra pietracamelesi e fanesi. Sul piatto della bilancia, c’è una certezze, oltre al decreto ingiuntivo: che ai Prati di Tivo la stagione può partire mentre a Pratoselva no. E questo ovviamene non può piacere al sindaco Servi che però ha scelto la strategia peggiore sulla strada del ritorno in bonis della società in liquidazione, affannosamente percorsa dal commissario liquidatore Di Natale. Insomma, una sorta di ‘muoia Sansone con tutti i Filistei’, su cui adesso la politica dovrà cercare di mettere il cappello e provare a disinnescare la bomba pronta ad esplodere. "Ribadisco – ha detto ancora Gabriele Di Natale – che allo stato attuale stiamo facendo miracoli per far ripartire la stazione dei Prati di Tivo dove abbiamo potuto risolvere il problema delle manutenzioni grazie ai fondi previsti nel piano di messa in sicurezza dal Masterplan. Per Pratoselva eravamo stati chiari: con la società in liquidazione e un devito di 1,2 milioni di euro, la società non ha soldi per rimettere in esercizio la stazione di Pratoselva". Non nasconde la sua delusione per quella che definisce "una pugnalata alle spalle della Gst", proprio mentre ci si appresta alla riapertura "con gli impianti a norma, un piano di sicurezza degno di questo nome, i cannoni recuperati e funzionanti. Quello che sta accadendo non è certo una bella pubblicità e certamente scoraggia operatori e eventuali investitori".
Pare inoltre che su Pratoselva si era tentato di trovare una soluzione, se è vero che lo stesso gestore dei Prati di Tivo, l’imprenditore sambenedettese Marco Finori, abbia proposto di investire con 50mila euro, a titolo di compartecipazione con il Comune di Fano Adriano: proposta cui il sindaco non ha dato seguito, preferendo avviare, addirittura già dalla fine di luglio, la procedura del recupero coattivo della somma.
Alla condanna unanime di tale atteggiamento ha fatto seguito anche l’intervento del presidente della Provincia, Diego Di Bonaventura, che lo ha definito "fulmine a ciel sereno in un momento nel quale per la prima volta della storia abbiamo avuto una stagione continuativa ricca di soddsfazioni con migliaia di visitatori, abbiamo completato le manutenzioni straordinarie e abbiamo assicurato la stagione invernale che riapre, dopo decenni, puntuale l’8 dicembre. Una decisione incomprensibile – ha aggiunto Di Bonaventura – perchè mettere in ginocchio la Società significa farsi male da soli, questo era il momento di stare insieme e invece si apre una falla che rimette tutto in discussione. A leggere la storia di questa zona, però, si tratta di un elemento ricorrente: se la montagna non impara a lavorare insieme ogni iniziativa, pubblica o privata, è destinata al fallimento. Naturalmente riuniremo gli operatori turistici per condividere quanto accade e dialogheremo con il Comune di Fano, come del resto abbiamo fatto finora, per comprendere questo gesto che al momento, pare autolesionistico, considerato il nostro impegno più volte ribadito di iniziare a lavorare per Prato Selva una volta sistemato Prati di Tivo".