TERAMO – "E’ ora che in questa città ci sia chi si assume il rischio di azioni coraggiose e non credo che il problema risieda nel costo delle spese di giustizia dell’arbitrato della Ruzzo Reti". Il sindaco Gianguido D’Alberto alza la voce e si arrabbia nel tornare sulla polemica sollevata dai consiglieri di opposizione Kuca Corona, Mario Cozzi e Maurizio Salvi, che vorrebbero sapere chi pagherà i 15mila euro di spese legali del contenzioso tra i due Enti, richiesto dal Comune di Teramo per contestare il rimescolamento dei componentei del Cda, nel dicembre di un anno fa. E sbotta: "Vorrà dire che chiederò conto a chi ha gestito in passato i rapporti tra il Comune e la Teramo Ambiente e ha creato oltre 3 milioni di debiti ogetto dell’arbitrato che speriamo di vincere. Chi li ha creati quelli? D’Alberto o una gestione politica e scellerata delle partecipate, la stessa che è destinata a perpetrarsi con nomine fatte in questo modo?"
Il quesito D’Alberto lo rimanda indietro, sottolineando che quelo delle spese di giustizia è un "costo fisiologico in un sistema quando l’obiettivo è più alto, cioè evitare che i costi vengano pagati dai cittadini per gestioni esclusivamente politiche". E’ torna a fare l’esempio dei guasti del passato, ad esempio le riserve dell’impresa sui lavori di Corso San Giorgio: "Mi chiedono chi paga le spese con il Ruzzo – aggiunge l sindaco – Devo mandare il conto dei 300mila euro della transazione per i lavori del Corso a chi ha preceduto nell’assessorato Stefania Di Padova, oppure ogni debito fuori bilancio che arriva sul mio tavolo o su quello dell’assessore Falini?Li devo spedire a chi li ha creati con l’incapacità e l’inerzia? Questi sono i costi e le domande a cui devono rispondere quelli che si trincerano dietro una domanda, per nascondere l’evidenza delle modalità con cui si è arrivati alla nomina del Cda, che noi abbiamo apertamente contestato".
Ricorda che il collegio arbitrale ha escluso la reponsabilità degli amministratori e che il lodo prosegue su una partita molto alta, "perchè il vero problema di questa vicenda è il merito". D’Alberto ribadisce che l’arbitrato, così come il ricorso al tribunale delle imprese che gli corre parallelo, è "l’unico strumento in possesso di un sindaco per fa valere le esigenze non sue ma dei cittadini? E’ il sistema che deve cambiare e noi abbiamo aperto una breccia. E’ questo il cambiamento con il quale ci siamo proposti ai cittadini che ci hanno votato dandoci fiducia, e noi siamo strumento dei cittadini, ecco perchè andremo avanti ancora con maggiore forza su questa vicenda".