TERAMO – "E’ una scoperta che ci imporrà di riscrivere la storia della città di Teramo": è nell’enfasi con cui Vincenzo Torrieri, il funzionario archeologo della Sovrintendenza ai Beni archeologici spiega cosa è venuto alla luce in via Raneiro, nel centro storico a due passi dal corso. Lo scheletro rannicchiato in posizione fetale, svela la sua epoca, vale a dire l’Età della pietra nuova, il Neolitico, il V Millennio avanti Cristo. Una scoperta inaspettato del genere, di clamoroso valore non solo in Abruzzo ma anche in Italia, è stata fatta dagli operai della Open Fiber che stanno lavorando per la posa della fibra ottica: è stateo l’archeologo Gianni Furiassi, delegato dalla sovrintendenza a seguire i lavori per conto della ditta, a ‘ripulire’ ed estrarre il reperto archeologico di indubbio valore storico. Nella picola strada del centro, a lato di via Capuani, c’è molto entusiasmo per questo ritrovamento: non si hanno tracce, se non a Ripoli di Corropoli (la famosa Donna con cane esposta al Museo civico di Teramo, rannicchiata in posizione fetale), di sepolture o ritrovamenti databili al V Millennio avanti Cristo: fino ad oggi la storia cittadina partiva dall’età del ferro, ma quando arrivarono gli scopritori del metallo, a Teramo evidentemente c’erano già quelli dell’età del Bronzo e anche della pietra nuova,
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