L’AQUILA – Il Consiglio regionale ha concluso i suoi lavori per la mancanza del numero legale. La conseguenza è stata il rinvio delle nomine all’ordine del giorn, vale a dire l’elezione del Garante per l’infanzia e l’adolescenza, la designazione del membro della Sezione regionale di Controllo della Corte dei Conti e del componente nel Cda dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise ‘G. Caporale’. Rinviata anche la discussione al prossimo consiglio regionale dei documenti politici.
Ha prevalso dunque la linea della Lega che forte dei 10 consiglieri (e corrispondenti voti), ha ingaggiato il braccio di ferro in maggioranza per impedire la nomina di Paolo Gatti alla Corte dei Conti e la surroga del sottosegretario Umberto D’Annuntiis (al suo posto dovrebbe entrare, dopo la modifica regolamentare, l’ex sindaco di Atri, Gabriele Astolfi).
“Il giocattolo è rotto, e adesso lo vedono tutti – ha subito commentato il capogruppo del Pd, Silvio Paolucci – – La Giunta lenta non ha più neanche una maggioranza su cui appoggiare il suo nulla, l’alleanza è in frantumi, i giochi di potere hanno svelato l’inconsistenza di un progetto mai davvero nato. Lo strappo della Lega sull’ennesima manovra oscura certifica la crisi di un esecutivo fondato sulla reciproca diffidenza, sugli sgambetti, sul livore. Basta, qui non si tratta più di chiedere un cambio di passo, di passi non ce ne sono mai stati e non ce ne saranno e quelli tentati finora si sono rivelati passi falsi, considerati i diversi rinvii al mittente di atti palesemente illegittimi e persino incostituzionali. Per gli abruzzesi non c’è nulla: non si è potuto parlare dei problemi delle persone, della sanità ferma, del lavoro a rischio, pensano solo agli interessi politici propri e dei loro committenti nazionali e nemmeno si premurano di nasconderlo".
"Il malumore che serpeggiava già da tempo sulle nomine alla Corte dei Conti – ha aggiunto l’ex assessore alla Sanità – è letteralmente deflagrato oggi con la surroga del Sottosegretario alla Presidenza, aperto tentativo di Forza Italia di guadagnare più punti in maggioranza. Un atto a cui il centrosinistra ha opposto la massima resistenza presentando 700 emendamenti, com’è accaduto con tutte le altre manovre fatte alle spalle degli abruzzesi. L’abbandono della Lega la dice lunga sulle priorità che questa classe dirigente ha nelle sue agende: fabbriche e attività chiudono, gli abruzzesi perdono il lavoro e loro litigano per le poltrone. Ne abbiamo abbastanza, andate a litigare a casa e non togliete all’Abruzzo l’opportunità di riprendersi e continuare a crescere”.
Ha rincarato la dose anche il capogruppo di Abruzzo in Comune, Sandro Mariani: "Una Regione paralizzata dalle lotte intestine della maggioranza. Oggi, durante il Consiglio regionale, abbiamo assistito all’ennesima prova muscolare della Lega che pur di bloccare i suoi alleati sulle nomine è uscita dall’Aula impedendo anche la discussione degli altri punti all’ordine del giorno. Un unicum nella storia della Regione Abruzzo che, pur nei momenti di tensione, è sempre riuscita ad avere la maggioranza di governo per lo più compatta. Il tutto in assenza del Governatore Marsilio che dimostra ancora una volta di essere solo il ‘padrone del vapore’ buono esclusivamente a coprire, e non il Presidente di Regione di cui l’Abruzzo avrebbe bisogno. La vicenda poltrone tiene ormai banco da mesi, non c’è emergenza che tenga, non c’è argomento o tema che faccia desistere questo centro destra dall’occuparsi di nomine e beghe interne. Dopo l’imbarazzante messa in scena di oggi, mi auguro che il vero Presidente, Sospiri, faccia tesoro della lezione e cominci ad occuparsi dei veri bisogni del nostro territorio e dei suoi cittadini. Intanto, il primo compleanno di questa Giunta finisce in ‘tragedia’: Marsilio cade e inciampa sulla torta".