TERAMO – Il Municipio terremotato sullo sfondo, le mascherine calate a coprire il volto per l’emergenza Covid 19, il suono delle campane del Duomo di Teramo in sottofondo, poco meno di dieci persone, tra sindaco, sanitari, agenti della Polizia Municipale, personale della protezione Civile e volontari delle Croci. Anche Teramo, oggi a mezzogiorno, ha celebrato il minuto di silenzio per le vittime dell’emergenza Coronavirus. Un’iniziativa lanciata dai sindaci della provincia di Brescia, sposata subito dall’Anci e rilanciata nel Teramano dal presidente abruzzese del “sindacato dei sindaci” Gianguido D’Alberto.
Al termine del minuto di silenzio, culminato in un applauso, il sindaco di Teramo ha preso la parola per ricordare un momento della storia recente del capoluogo, il 10 febbraio, quando l’emergenza non esisteva, e ragazzi e cittadini teramani accoglievano in piazza Orsini il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Un momento vicino nel tempo, lontanissimo per tutto ciò che è accaduto nel frattempo – ha dichiarato D’Alberto, che con la sua presenza in piazza ha voluto dimostrare – vicinanza alle vittime, solidarietà a tutto il personale sanitario in prima linea (presente il primario di malattie Infettive, il dottor Pierluigi Tarquini), vicinanza alla popolazione costretta a casa, e invitata a restare a casa, facendo ognuno il proprio dovere».
“DObbiamo proteggere chi ci protegge”, è stato nuovamente il mantra del sindaco D’Alberto, tornato indirettamente sulla polemica dei giorni scorsi sulla necessità di isolare i sanitari della Asl dai contagi, per dare loro modo di curare la cittadinanza. Al termine della cerimonia c’è stato l’ideale passaggio della Fascia Tricolore tra il sindaco D’Alberto e il primario Tarquini.
La lettera del sindaco D’Alberto:
Un minuto di silenzio, di tutti i Sindaci in tutta Italia, che vuol essere una occasione di commosso contatto con coloro che hanno perso la vita per questa violenta, improvvisa, indecifrata malattia.
Un minuto di silenzio per loro, con l’auspicio che quello che è stato davvero un sacrificio, sarà e deve essere compensato dalla vigilanza e dall’impegno affinché tutto questo finisca presto e non si ripeta più.
Un minuto di silenzio, infine, per accompagnare tutte queste vittime, donne, uomini anziani giovani, costrette a rimanere sole e senza conforto fino all’ultimo istante; che possano ora sentire l’affetto e la presenza di tutti noi.
Ma questo gesto vuole essere soprattutto una testimonianza di solidarietà e gratitudine a medici, infermieri e personale sanitario che ha combattuto e combatte ogni giorno questa pericolosissima guerra.
Vogliamo dire loro che non sono soli, e che siamo al loro fianco con azioni concrete. Solidarietà vuol dire affrontare in solido le vicende e allora l’impegno che abbiamo già assunto e che continueremo ad assolvere per manifestare gratitudine vera, è di vigilare perché il loro impegno sia protetto.
Cì siamo trovati, insieme alle associazioni di protezione civile sostegno ineguagliabile in questa emergenza, nella prossimità dello storico Palazzo municipale, sede e simbolo per antonomasia della nostra comunità. Non accadeva da quando il terremoto aveva costretto a chiudere questo edificio, in attesa della sua ricostruzione. Anche questo è un simbolo. Ci ritroviamo uniti qui per una occasione tanto drammatica ma proprio come questo monumento, sebbene con impalcature che lo sorreggono e con il senso di dramma che lo circonda, sappiamo che tornerà alla sua più alta e autentica funzione, anzi sappiamo – e la nostra presenza qui ne è la prova – che continua ad assolvere alla funzione per cui è stato costruito.
Ecco, questo segno porgiamo a chi lavora in prima linea contro il virus, riconoscendo il loro impegno per la nostra comunità e lavorando a nostra volta, insieme istituzioni e cittadini, per loro.
Per questo oggi abbiamo consegnato, o meglio “affidato” a nome di tutta la nostra Comunità, al Dott. Tarquini, primario del reparto di malattie infettive sul fronte dal primo giorno dell’emergenza, e a Roberta Zampa, infermiera del reparto di cardiochirurgia, in rappresentanza di tutte le donne e gli uomini che ci stanno dentro e fuori agli ospedali, la fascia tricolore simbolo di tutte le istituzioni della Repubblica e segno di una comunità la nostra che stringe ciascuno di loro in un unico, forte commosso abbraccio.
Noi, a Teramo, facciamo così!
Non siamo e non siete soli!
Insieme ce la faremo!