GIULIANOVA – Da due mesi è in prima linea nell’inferno Coronavirus della sanità lombarda. Tra poche settimane potrebbe essere alla guida della Asl di Teramo, con il suo bagaglio d’esperienza, per rimettere in linea ciò che non ha funzionato nella nostra sanità.
“Sono da 40 giorni in ospedale e circa due mesi lontano dall’Abruzzo, oggi per la Santa Pasqua, anche se da solo, mi cucinerò il cosciotto di agnello abruzzese che mi è stato mandato, e mangiandolo mi sentirò nella mia terra“.
Il direttore generale della Azienda socio sanitaria territoriale (Asst) di Melegnano e della Martesana, l’abruzzese Angelo Cordone, è uno dei tanti eroi che nella regione Lombardia, la più colpita dalla pandemia, è in prima linea da due mesi nella drammatica emergenza coronavirus. Cordone ha partecipato al bando per diventare direttore generale della Asl di Teramo bandito dalla Regione Abruzzo. Il bando doveva chiudersi all’inizio di febbraio, ma l’emergenza Coronavirus ha cambiato le priorità della sanità pubblica, con la scelta rinviata dall’assessore Nicoletta Verì a subito dopo l’emergenza causata dalla pandemia.
“In Abruzzo spero di tornare al più presto, è una nostalgia costante, l’ultima volta ci sono stato il 14 e 15 febbraio per un convegno, ho fatto una passeggiata sul lungomare di Giulianova e ho fatto un selfie con mia moglie con alle spalle il mio mare. Eppure al lavoro sono contento, ho una squadra meravigliosa, mi chiamano tanti amici, ma mi manca il profumo del mare“, si confessa all’Ansa.
Il 65enne manager pubblico, originario di Giulianova, è stato per sette anni direttore generale della Asl di Pescara, e da 13 anni è in Lombardia, dove è stato tra l’altro direttore sanitario dell’istituto neurologico “Carlo Besta” di Milano e direttore generale del Policlinico "San Matteo" di Pavia.
“Sono preso dalla emergenza, mi sento come un militare, il mio cervello è impegnato e concentrato, abbasserò la guardia quando ne saremo fuori, ma nei pochi momenti di rilassamento il mio pensiero alla mia famiglia che vive in Abruzzo, a Giulianova mia moglie, a Teramo i due nipoti. Anche se in Lombardia sto bene con gruppo coeso che è un po’ la mia famiglia qui. Un giorno potrei tornare a lavorare nella mia terra dopo la scadenza del mio impegno“.
Cordone, che è un medico igienista e infettivologo, a Melegnano gestisce l’azienda più grande dopo quella di Milano: comprende una area di 654mila abitanti disseminati in 54 comuni, dalla parte sud ovest fino al confine con il nord est con la provincia di Bergamo, tra le più colpite dal covid, con 700 posti in cinque ospedali, il più grande con 350 a Melegnano, più i poli territoriali.