TERAMO – E’ attesa in queste ore la pronuncia dell’Anac, l’Autorità anticorruzione, a cui il Comune si è rivolto per far luce sulla sussistenza dei requisiti per l’assunzione dell’incarico di gestione dello stadio Bonolis, 12 anni fa, da parte della ditta gestrice, quella che fa capo all’imprenditore Sabatino Cantagalli. Un nodo cruciale, che finora ha reso inefficace il passaggio di consegne tra Cantagalli, appunto, e il nuovo proprietario della Teramo calcio, l’imprenditore Franco Iachini. I dubbi, come ribadito anche dal sindaco Gianguido D’Alberto, riguardano il passato, con una questione di legittimità dell’assegnazione che si è trascinata per anni, senza che nessuno ne facesse riievo, fino a quando non si è verificata la necessità di metterci mano per consentire l’investimento di Iachini. Dunque, l’amministrazione comunale è terza rispetto all’accordo sul passaggio di quote tra i due imprenditori, così come Iachini nulla può se non stare alla finestra, in attesa che si chiarisca la questione, ma soprattutto dopo aver speso bei soldi nel rifacimento dell’impianto e del fondo di gioco. "Non sappiamo se quei requisiti previsti dal bando allora siano stati rispettati – ha ripetuto più volte il primo cittadino -". Perchè il problema è venuto fuori dopo 12 anni e soprattutto, quali conseguenze potrebbero esserci qualora verrebbe rilevata la mancanza dei requisiti di chi prese la gestione del Bonolis? La struttura in ogni caso resterebbe del Comune, che però non sarebbe in grado di gestirla. Per affidarla potrebbe ricorrere a una nuova procedura, con quali tempi e conseguenze di abbandono dell’impianto facilmente prevedibili.
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