La sintesi del documento al bilancio dell’organo di controllo sulla situazione della società dell’Acquedotto
TERAMO – Il direttore dell’Ersi Corrado Rossi, nel corso del suo intervento all’assemblea dei sindaci saltata per mancanza di numero legale sabato mattina, ha sintetizzato l’analisi dell’Ersi sulla situazione della Ruzzo Reti – fatta dal loro consulente finanziario, dal collegio dei sindaci del Ruzzo e dagli stessi controllori interni della società di via Dati -, come un ‘alert’ con una serie di rischi, cui vanno applicati dei correttivi.
Ad esempio: ‘No’ alle nuove assunzioni, che andrebbero a gravare sui costi operativi della società in maniera insostenibile. ‘No’ alle promozioni in blocco del personale. ‘Sì’ invece alle progressioni verticali mirate, solo nei ruoli fondamentali, capaci di apportare valore aggiunto alla società, e comunque attraverso un meccanismo di selezione.
Ancora, basta con l’utilizzo indiscriminato dei lavoratori interinali, il cui apporto va ridotto in maniera consistente. Ricorrendo anche alle re-internalizzazioni di servizi che il Ruzzo ha esternalizzato nel corso degli anni. Al di là delle letture politiche implicite nelle domande dei sindaci, le risposte dell’Ersi sul bilancio sono state molto chiare. La situazione del Ruzzo non è disastrosa, ma servono correttivi per ridurre i rischi.
Come ad esempio l’esposizione con banche e fornitori: se in blocco ritirassero la fiducia accordata con un patto alla precedente governance cosa potrebbe accadere alla società? Il bilancio della Ruzzo Reti starebbe ancora in piedi?
Dopo mesi di spiegazioni si è insistito ancora sull’aumento della bolletta idrica per famiglie e imprese, chiedendo delucidazioni sulla congruità. L’Ersi ha risposto che l’aumento è congruo, in linea con i dettami dell’Arera (l’autorità nazionale) e comunque sottoposto al monitoraggio. L’acqua nel Teramano costa ancora molto poco rispetto a quanto costa in altre parti d’Italia. E per troppi anni i teramani hanno pagato un prezzo ‘politico’ inferiore a quello reale.
L’Ersi ha specificato chiaramente come gli appesantimenti della situazione finanziaria del Ruzzo siano riconducibili per la maggior parte alle passate gestioni della società (precedenti alla presidenza Cognitti e a quella Forlini), ma ciò non toglie che siano necessari dei continui aggiustamenti. I rappresentanti dell’Ersi hanno parlato chiaro anche su questo punto: il piano industriale del Ruzzo ha subito dei disallineamenti rispetto alle previsioni. È dunque il momento di aggiornare quel piano, monitorandolo ogni sei mesi, oppure di scrivere un nuovo piano industriale.
L’orizzonte resta sempre quello del 2023, quando scadrà l’affidamento dell’acquedotto alla società pubblica in house Ruzzo Reti Spa. Quando bisognerà necessariamente avere i conti in ordine – per legge – per potersi candidare al rinnovo della gestione del sistema idrico integrato.
Intanto dall’interlocuzione tra Ersi e Ruzzo – parole del direttore Rossi – sarebbero state escluse le nuove assunzioni, avviata una riflessione sulle progressioni verticali e sull’utilizzo degli interinali. Non resta a questo punto che attendere la prossima settimana per conoscere i correttivi che il Ruzzo presenterà ai sindaci (non solo a quelli di centrosinistra) sulla base dei rilievi dell’Ersi. Prima del voto sul bilancio.