Cerimonia di commemorazione ad Amatrice disertata da molti residenti
AMATRICE – Quattro anni sono trascorsi da quella notte e da quei mesi ma purtroppo di quel terribile sisma restano ancora le tracce e nemmeno un mattone di ricostruzione. Oggi ad Amatrice c’0erano il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il primo ministro Giuseppe Conte: “Siamo amareggiati, ci sono solo promesse, solo promesse“, ha protestato con lui una donna, chiedendo un incontro ‘vis a vis’ con il capo del governo: “Ne parliamo dopo la cerimonia signora, ne parliamo a casa sua“, ha risposto Conte.
Il premier ha dunque toccato con mano l’amarezza degli amatriciani, che è la stessa degli abitanti dei Comuni delle quattro regioni del cratere dell’Italia Centrale, perché c’è chi ha visto la propria casa crollare ma c’è anche chi la casa ce l’ha in piedi ma irreparabilmente danneggiata e non può tornarci in attesa di una soluzione. Che è ancor lontana da venire.
Nel campo di calcio di Amatrice è andata in onda la delusione e la protesta degli sfollati, che non hanno riempito i posti a loro riservati nella platea, davanti al sindaco di Amatrice, Antonio Fontanella, il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, il commissario al sisma Giovanni Legnini e il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli (c’era anche il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, in qualità di presidente Anci Abruzzo).
“Le leggi per accelerare e semplificare le abbiamo fatte ma tra sei mesi, un anno, non cambierà nulla. Il processo di ricostruzione è lungo e complesso – ha detto Conte ad alcuni residenti dopo la cerimonia –. Il Recovery Fund potrà dare un contributo per integrare le risorse già stanziate”, ha aggiunto il premier.
“Oggi si compiono quattro anni dal terremoto che ha colpito l’Italia Centrale. Rinnovo la preghiera per le famiglie e le comunità che hanno subito maggiori danni, perché possano andare avanti con solidarietà e speranza“. E’ invece il tweet diffuso oggi da papa Francesco sul suo account in nove lingue @Pontifex.
“Nella triste ricorrenza del quarto anno dal gravissimo terremoto che provocò nell’Italia Centrale più di trecento vittime e oltre quarantamila sfollati, desidero ancora una volta esprimere ai cittadini di Amatrice, Accumuli, Arquata, Pescara del Tronto e delle altre zone colpite, vicinanza e solidarietà.
Il pensiero che si rinnova va, anzitutto, alle vittime e ai loro familiari. E ai tanti che hanno perduto casa o lavoro – e spesso entrambi – in quella notte drammatica“. “Nonostante tanti sforzi impegnativi, l’opera di ricostruzione dei paesi distrutti – da quel sisma e da quelli che vi hanno fatto seguito in breve tempo- è incompiuta e procede con fatica, tra molte difficoltà anche di natura burocratica. Nello spirito di solidarietà, fondamento della nostra Costituzione, la Repubblica – in tutte le sue istituzioni, territoriali e di settore – deve considerare prioritaria la sorte dei concittadini più sfortunati colpiti da calamità naturali, recuperando, a tutti i livelli, determinazione ed efficienza” lo afferma invece il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.