A Miano i funerali dell’operaio 33enne morto in piscina per un malore
TERAMO – L’incredulità mista alla commozione e al dolore è bene impressa sui volti degli amici. C’è chi piange, chi fissa con lo sguardo il vuoto, chi ancora abbraccia l’amico vicino a cercare conforto a soprattutto la risposta alla domanda: ma è vero? Purtroppo sì, quel giovane nella bara bianca è proprio Stefano Pirocchi, Tabù per chi lo conosceva meglio. Il suo volto oltre che sulla fotografia sopra al feretro, campeggia sulle magliette nere dei ragazzi che si stringono a lui nell’ultimo saluto in piazza, a Miano.
Qui dove tutti alla fine sono parenti, in una comunità fervente e cristiana, il dolore è passato per tutte le case. Ha sconvolto la vita della famiglia Pirocchi ma ha stravolto il quotidiano di tutti. Perchè Stefano era uno di quei giovani solari, amici della vita, che tutti cercavano perchè con lui si stava bene. Ecco perchè il dolore di questa morte ha ferito profondamente la sensibilità di tantissimi.
‘Ma sarà vero? No, non lo è finchè vivrai nel cuore di ognuno di noi’ recita il grande striscione dedicato a lui, il terzo comparso in giro tra Teramo e Miano per testimoniare l’affetto per Tabù. Il saluto degli assessori Maurizio Verna, Andrea Core e Antonio Filipponi hanno suggellato una partecipazione ‘istituzionale’ accanto alla mamma e al fratello, già colpiti dal profondo lutto della scomparsa del papà di Stefano, Leandro. Poi, alla fine della celebrazione funebre di don Salvatore, i palloncini bianchi liberati in cielo, lassù dove adesso Stefano riposa.