Il giorno dopo la ‘rimozione’ la partita si gioca tutta in casa del gruppo privato
TERAMO – Si gioca sul cavillo statutario della scadenza del mandato in quello che è stato il colpo a sorpresa dell’assemblea dei soci della Teramo Ambiente di ieri: la rimozione dall’incarico dell’amministratore delegato Enrico Prandin da parte del patron della Comir (socio privato in TeAm), Stefano Gavioli. Il delegato a partecipare alla riunione, Andrea Bonifacio, parla di scadenza del mandato per essere trascorsi tre anni dal 2017, dalla nomina del presidente Bozzelli e dell’Ad Pelagatti successivamente, per cui qualsiasi nomina successiva avrebbe ‘ereditato’, secondo statuto, quella durata di esercizio, con scadenza all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2019.
Ma, è il parere invece di Prandin, nello scorso anno c’è stata la nomina del presidente Luca Ranalli e sua, con l’indicazione alla durata per tre esercizi, in contraddizione con la delibera del 2017. Insomma, sotto questo aspetto siamo soltanto alle prime schermaglie di una vicenda che è delimitata in un recinto di puri rapporti personali all’interno del gruppo Gavioli e non segnatamente all’interno di TeAm. Che però ne paga i riflessi, in termini di nuove incertezze, anche se Gavioli, per bocca di Bonifacio si è affrettato ad affermare che si lavorerà in continuità con quanto svolto da Prandin, che proprio ieri aveva incassato i complimenti del Comune per i risultati del bilancio e per l’inversione di tendenza nei rapporti tra i soci principali.
Ascolta l’intervista ad Enrico Prandin