E’ polemica social sugli assembramenti in centro storico di sabato sera
TERAMO – Mentre il Covid continua a dilagare e a contagiare sempre più persone, con una diffusione già maggiore rispetto alla prima ondata, nel capoluogo c’è chi continua a restare indifferente a tutto questo e trasgredisce le più elementari norme di comportamento. La polemica è nota e hanno fatto registrare un’impennata di commenti negativi le immagini circolate sui social del sabato pomeriggio teramano in cui non solo il corso San Giorgio è affollato ma anche piazza Martiri con i bar e gente seduta ai tavoli.
Una inciviltà diffusa che vede protagonisti soprattutto gli adolescenti, impegnati in una battaglia di provocazione continua rispetto alla necessità di proteggere se stessi e i famigliari adulti prima che il resto della società andando in giro senza mascherina: le piazze del centro storico ma soprattutto i tavoli e le sedie dei bar o ristoranti che chiudono alle 18 sono diventati i nuovo luoghi di ritrovo, dove bere alcolici acquistati al supermercato. Ma è solo un esempio. Le scorribande ammassati per vicoli e stradine laterali ne sono un altro, evidente, di questo malcostume.
Resta sempre, a monte, il problema dei controlli. Poco e niente c’è in giro, qualcuno che faccia rispettare il decreto e che magari tocchi anche a fondo la ‘tasca’ di questi adolescenti, con le sanzioni previste, utilizzando un metodo di convinzione sicuramente infallibile.
Oggi è stato il sindaco D’Alberto a intervenire pubblicamente, con l’ennesimo appello a un comportamento consono al rispetto civile degli altri e di se stessi, rivolto in particolare ai giovani e giovanissimi.
“Appartenere alla zona gialla non è un beneficio o un privilegio, è una chiamata alla responsabilità, e ieri a questa chiamata, a Teramo come in tante altre città, non abbiamo saputo rispondere adeguatamente – ha scritto. il sindaco D’Alberto -“.
“Abbiamo visto tutti come sabato sera il centro della nostra Teramo presentava tante situazioni di assembramento, in particolare dei nostri ragazzi, nei confronti delle quali sono intervenuto in prima persona insieme alla polizia municipale. Assembramenti che, come sappiamo o dovremmo sapere, sono veicoli di trasmissione immediata del virus. In molti ancora dimenticano di adottare le misure di contenimento raccomandate dalle autorità sanitarie, ignorando le conseguenze per la nostra salute e ancor più per quella di chi ci è vicino – prosegue il primo cittadino -“.
“Seppur in zona gialla – dice D’Alberto – questo non ci consente di ignorare le regole, anche per rispetto nei confronti di tutti gli operatori sanitari che da mesi si adoperano per garantirci assistenza medica, ma anche per vicinanza nei confronti di chi sta combattendo il Covid. E’ uno schiaffo a medici, infermieri, malati, a coloro che vagano in cerca di un ricovero, ai titolari di attività costretti a ridurre o a chiudere tutto, agli insegnanti“.
In settimana D’Alberto, insieme ai suoi colleghi del Teramano, si confronterà nuovamente con la Prefettura, anche per valutare eventuali ulteriori misure restrittive come la chiusura di vie o piazze.
“Il senso di responsabilità che siamo chiamati a dimostrare in una piazza, in un locale pubblico, alla luce del sole, non può dipendere da una norma o misurato, talvolta a mo’ di sfida da parte dei più giovani, sull’esistenza o meno di controlli o sanzioni, in taluni casi peraltro oggettivamente impossibili. É molto di più, perché ha a che fare con la salute di tutti noi. Immagino che nessuno di noi voglia rientrare a vivere in zona rossa quindi chiedo a tutti impegno nel rispettare le regole che rappresentano l’unico strumento per arginare il virus che da troppo tempo è presente nel nostro quotidiano. Noi, a Teramo, siamo altro, sappiamo essere altro, sappiamo essere comunità, lo abbiamo già dimostrato, facciamolo ancora“.