Il responsabile del settore giovanile del Teramo fu colpito con un solo, devastante pugno e ebbe il volto fratturato in più punti
TERAMO – Le indagini sull’aggressione all’allenatore e responsabile del settore giovanile del Teramo, Cetteo Di Mascio, sono ad una svolta: i carabinieri della Compagnia di Teramo, questa mattina all’alba, hanno arrestato su ordine del gip del tribunale di Teramo, due teramani di origini Rom (V.C. di 30 anni di Bellante e A.G. di 23 di Mosciano), già noti alle cronache, che a mezzogiorno dello scorso 14 maggio ferirono gravemente al volto, all’interno dello stadio Bonolis, il dirigente biancorosso.
I due sono agli arresti domiciliari. Su di loro, secondo quanto riferito in ambienti giudiziari, ci sono certezza di responsabilità nella violenta aggressione: ad accusarli, gli accertamenti tecnici e le indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Teramo, che si sono avvalsi anche di testimonianze e di filmati degli impianti di video sorveglianza, che hanno portato anche alle perquisizioni nei confronti dei due arrestati.
Secondo quanto ricostruito dai militari, i due avevano raggiunto il Bonolis con una Ford Fiesta: una volta entrati nell’impianto, dirigendosi verso gli uffici del settore giovanile, avevano chiesto dove poter trovare il ‘signor Cimini’, confondendo volutamente l’ex dirigente dell’epoca Campitelli con Di Mascio, correggendo poi la richiesta con la scusa di dove iscrivere un ragazzo al settore giovanile.
Appena individuato Di Mascio nel suo ufficio, era stato A.G. a colpirlo con un solo, devastante pugno al volto che aveva procurato al dirigente sportivo diverse fratture alle ossa facciali, per le quali i chirurghi dell’ospedale di Pescara, dove era stato poi ricoverato, erano dovuti intervenire con una operazione maxillo-facciale.
Alle indagini ha contribuito anche un medico legale, cui è stata commissionata una perizia su tipologia ed entità delle lesioni riportate dalla vittima. Gli indizi gravi sui due rom hanno indotto la Procura a chiedere l’emissione delle ordinanze di custodia cautelare emesse oggi. E’ però chiaro che i due non conoscessero Di Mascio e che abbiano dovuto individuarlo tra i presenti quella mattina allo stadio di Piano d’Accio: questo fa presupporre che nella vicenda ci sia un mandante della spedizione punitiva e animato da un movente, che è attualmente al vaglio dei carabinieri: le indagini infatti non si fermano qui. C’è ancora da scoprire chi ce l’ha con Di Mascio, al punto da farlo ferire in questo modo, e perchè.