L’intervista dall’Ucraina. I russi hanno raggiunto il suo quartiere. Con la famiglia rifugiato nel caveau di una ex banca, oggi fondaco di un ristorante. E oggi ha organizzato cena per tutti con prosciutto di Castel Castagna e vino abruzzese
TERAMO – C’è anche il teramano Marco Moschetta in quello che in Occidente viene descritto con l’inferno di Kiev. Advisor cinquantenne, molto conosciuto a Teramo, Marco vive nella capitale con la moglie ucraina e i due figli piccoli da due anni, da quando si è trasferito da Lugano per seguire da vicino gli affari di un suo cliente di Donetsk. “I russi sono qui nella zona di casa mia da due giorni – ha detto -. Per il momento si comportano bene con i civili”.
La guerra lo ha costretto in un bunker antiaereo, ricavato nel caveau di una ex banca che oggi sono fondaci di un ristorante vicino alla sua residenza.. Oggi, che il coprifuoco è scattato alle 17 invece che alle consuete 22 degli altri giorni, ha organizzato per tutto il vicinato che cerca riparo lì al suono delle sirene d’allarme aereo, una serata a base di prosciutto nostrano di Castel Castagna e vino rosso abruzzese. E’ il contributo di un teramano e abruzzese forte e gentile per rendere meno drammatica la vita di queste ore. La televisione teramana R115 l’ha raggiunto in collegamento remoto per ascoltare dalle sue parole una testimonianza pacata, senza particolare apprensione ma sicuramente preoccupata: “Qui a Kiev c’è grande appartenenza alla città e alla nazione – ha detto nell’intervista rilasciata a Roberto Almonti -, non c’è paura ma tanta preoccupazione”.
Moschetta ha contattato l’ambasciata anche per avere indicazioni, ma finora non ci sono direttive o iniziative tese al rimpatrio dei connazionale o a particolari forme di assistenza, presi come sono dalla valutazione e dal monitoraggio dell’evolversi del quadro bellico. “qui sono molto organizzati. Attraverso un software distribuito alle comunità locali, loro sono in grado di disegnare una percorso ‘verde’, diciamo di sicurezza – ha raccontato l’advisor teramano – che permette a tutti ad esempio di andare a fare la spesa al supermercato o nei negozi di prime necessità. E poi al suono delle sirene antiaeree si trasferiscono senza patema o panico nei sotterranei già predisposti per ripararsi. Temiamo però un attacco più massivo dei russi, che stanno mettendo. in atto un’azione scellerata, contro un popolo fratello come lo definivano fino a poco tempo fa”.
Alla domanda se ha intenzione di organizzarsi per un’uscita dall’Ucraina, Moschetta non ha esitato: “Sì, appena sarà possibile rientrerò in italia. Qui in questo momento non è il caso di stare: mio figlio Matteo il 24 febbraio ha compiuto 8 anni, avrebbe dovuto festeggiare al bowling come gli avevo promesso, con gli amici. E invece ha spento le candeline qui sotto al bunker…”.
Guarda l’anteprima andata in onda al Tg di R115 (l’integrale nello SpecialeTg115 in onda alle 21 e su R115 Facebook)