Il progetto di rifunzionalizzazione del teatro romano procede: adesso si partirà con lo scavo. I sensori sui reperti non hanno segnalato movimenti o lesioni
TERAMO – Quello che da tempo si aspettava e non si credeva più possibile, è avvenuto: dopo decenni di discussioni, il progetto di rifunzionalizzazione del Teatro romano di Teramo sembra cominciare e diventare realtà. In poco meno di due mesi e mezzo dalla rimozione della prima pietra, da parte del sindaco Gianguido D’Alberto (era il 20 dicembre scorso), Palazzo Adamoli e Casa Salvoni, il ‘tappo’ da decenni sulla cavea del teatro e ostacolo preliminare al progetto, sono stati demoliti. Adesso, transitando in via Paris, è possibile vedere ‘attraverso’ quello che fino a ieri era un panorama desolante di una palazzo abbandonato e distrutto pian piano dal sisma e dalla intemperie,
L’impresa ha lavorato in maniera veloce e in sicurezza e quest’ultimo aspetto ha riguardato anche i resti romani del teatro, sui quali sono stati applicati dei sensori che avevano proprio il compito di registrare movimenti che indicassero eventuali lesioni o rischio di danni dai lavori di demolizione. Nulla di tutto questo. Adesso, come spiega il sindaco nell’intervista si passa alla delicata fase dello scavo che tende a riportare alla luce lo spazio sottostante, ricoperto nelle diverse epoche, e valutare cosa restituisca all’opera.