Il teramano Di Gennaro a 72 anni centra l’obiettivo che inseguiva da anni. E venerdì aveva conquistato il bronzo in ‘allenamento’. In un anno dagli Europei a due titoli italiani e adesso all’iridato. Ora si riposa? “Chissà – dice – nel 2025 vorrei fare la Powerman di Zofingen…”
TARGU MURES (Romania) – “Ce l’ho fatta, finalmente sono riuscito a vincere questo mondiale che inseguivo da tempo. Adesso posso riposarmi un pò”. Ne ha vinte tante, ma la soddisfazione che si percepisce anche dalla telefonata, descrive un Normanno Di Gennaro raggiante, felice.
Ha da poco vinto il suo primo titolo mondiale nel Duathlon sprint, ad un’età (solo anagrafica) che nessuno crederebbe, 72 anni. L’atleta, ma adesso è il caso di chiamarlo davvero ‘ironman’ teramano, nel giro di 13 mesi, dal maggio dello scorso anno, ha allungato il suo palmares con il titolo europeo (a luglio 2021 e sempre qui in Romania), due titoli italiani (maggio 2021 e aprile 2022) e da oggi un mondiale.
La gara? “L’ho vinta bene – ha detto Normanno a caldo -. Sono le distanze a me congeniali, dove sono preparato e mi trovo a mio agio, anche se venerdì ho voluto provare quelle più lunghe e devo dire che non è andata poi tanto male”. No assolutamente. Il 10 giugno, in attesa della prova di oggi a cui puntava, Normanno, tanto per non restare fermo, si è ‘allenato’, sulla stessa specialità ma quella della corsa sui 10 chilometri, 40 chilometri sulla bici e altri 5 nella seconda corsa. Ebbene, ha conquistato una medaglia di bronzo fermando il terzo miglior tempo complessivo (2’36″32), dietro al danese Mogens Busk Sorensen e al britannico Steven Rue.
Della serie: abbiamo scherzato. Oggi altra storia, quando Normanno ha sfoderato tutta la grinta, la sua esperienza ma soprattutto quella voglia di non fallire l’appuntamento con la storia, non solo locale ma dell’atletica internazionale. Prestazioni di questo tipo meriterebbero uno studio oltre che tanta celebrità e rispetto per il suo spirito di sacrificio. Accompagnati, come sappiamo – ed è bene ribadirlo sempre -, dalla solidarietà per la promozione del team ‘We love insulina’, che si preoccupa di fare informazione tra la gente sul Diabete di Tipo 1 e l’importanza della sua diagnosi precoce.
I numeri della gara parlano chiaro e dicono dello strapotere di questo uomo di ferro campione anche di umiltà: 1’18”.22 il suo tempo totale, quasi due secondo in meno del secondo classificato l’inglese Peter Ward (1’20″48) e 1’21″55 del terzo, il norvegese Hjalmar Schiotz.
Il miglior italiano di sempre in questa categoria prenderà un periodo sabbatico: “Adesso mi fermo per riposare – dice Normanno a fine gara, in attesa della premiazione di questa edizione 2022 dei World Triathlon Duathlon Championships di Targu Mures -“
Sei sicuro? gli chiediamo: “Beh nel 2025, se ci sarò ancora, punto sulla gara di Zofingen, in Svizzera, la più dura che ci sia nel duathlon (è chiamata la Powerman con le tre prove di corsa su 10 km, 180 km di bici e seconda frazione di corsa di 50 km). Sono sicuro di farcela anche lì!”. E chi non ci crede se lo dice ‘Ironman’ Normanno?