Aumenta il numero di chi chiede una soluzione all’amministrazione comunale per i locali che sembrano fare a gara per alzare il volume. Regna la deregulation, soprattutto tra gli avventori
TERAMO – E’ lotta al rumore, alla musica troppo alta dei locali, agli schiamazzi e in generale al disturbo della quiete pubblica in centro storico. Sono sempre di più i residenti che si rivolgono al comune, agli amministratori, altri che fanno esposti all’Arta chiedendo la misurazione dei decibel emessi dai bar, esasperati da quella che sembra essere diventata una corsa tra esercizi pubblici a chi mette musica più alta.
La situazione sarà al centro di un incontro tra alcuni gruppi di residenti, il sindaco e gli assessori competenti, chiesto da più parti per porre fine ad una deregulation che trasforma il centro cittadino, dove l’effetto delle onde sonore è amplificato dalle vie strette, in una discoteca a cielo aperto fino ad orari improponibili. E sono appunto due le problematiche che i residenti chiedono di affrontare e risolvere: una che i locali come i bar non possono installare impianti che emettono musica, se non dietro autorizzazione e se non per diffondere musica all’interno a livello di filodiffusione; due, che gli esercizi pubblici sono autorizzati a restare aperti fino alle 3 e spesso, per molti di loro, questa regola viene violata, con gli avventori che schiamazzano e che si intrattengono anche fino alle 5 del mattino.
E’ di qualche ora fa l’intervento della polizia locale che ha multato un bar del centro cittadino per il rumore prodotto dall’impianto di amplificazione, ma sono diversi gli esempi – non perseguiti a detta dei residenti perché mancano i controlli notturni – di superamento dei decibel consentiti, che sono 3 fino alle 22 e che diventano 2 fino alle 6 del mattino.