Le esequie fissate alla Madonna delle Grazie per domani alle 16:30. La salma esposta nella casa funeraria Petrucci a Villa Pavone. Il sindaco, bloccato sulla via del ritorno da Memmingen, scrive al suo amico che non c’è più
TERAMO – Sarà un funerale tradizionale a salutare Massimo Speca, l’avvocato consigliere comunale e capogruppo del Pd, morto ieri pomeriggio in casa per un malore. Le esequie saranno celebrate domani al Santuario della Madonna delle Grazie, a Teramo, alle 16.30. La salma è esposta nella camera ardente allestita alla casa funeraria Carlo Petrucci, nella zona artigianale di Villa Pavone, fino a questa sera alle 20 e domattina dalle 8 fino a poco prima dei funerali.
Il sindaco Gianguido D’Alberto, bloccato durante il tragitto di ritorno da Memmingen, ha decretato il lutto cittadino per la giornata di domani, in concomitanza dell’addio al suo caro amico. Al quale ha dedicato un ricordo struggente, nel corso della notte, nell’impossibilità finora di poterlo salutare di persona:
“Amico mio, Massimo – ha scritto D’Alberto -, ero in cielo quando la notizia già bagnava le nuvole. Sono passate poche ore ma hai già lasciato un vuoto largo e profondo, come quello che si avverte quando cedono i riferimenti di tanti, quando viene meno chi gli spazi li riempie senza occuparli. Il vuoto nel cuore, quello della tua Alessia, la tua amata, del tuo Alessandro, sguardo figlio del tuo sguardo, della tua piccola Beatrice, energia pura e dolcezza dirompente. La città li stringe forte insieme a te. Il vuoto nell’anima dei tuoi amici, a cui hai saputo sempre donare sorrisi e spensieratezza, consigli e conforto. Il vuoto nella vita politica e amministrativa della nostra comunità che perde con te un riferimento giovane ma solido, competente e preparato, riconosciuto da tutti al di là delle appartenenze. Il vuoto in me che ho trovato in te, ogni giorno di più, una presenza costante, propositiva, leale, un attivismo che sapeva guardare oltre il quotidiano, oltre il territorio. Mancherai, semplicemente mancherai. E adesso, dalla terra che mi ferma, torno a volgere gli occhi umidi al cielo, ora lontano, per scorgere ancora quel sorriso sornione, di viva e brillante intelligenza, insieme enigmatico e rassicurante. E a quel sorriso sorrido, insieme alla tua città. Grazie Amico mio, grazie Massimo”.