La dura nota del vertice societario fino al 2019: “Noi abbiamo operato sempre per il bene del Teramo, compresa la scelta di cedere a teramani e non a forestieri senza forte legame con la città”
TERAMO – Se il sindaco procede verso una nuova storia calcistica, la famiglia Ciaccia risponde con il ricorso disperato al Consiglio di Stato, anche l’ex presidente Luciano Campitelli interviene nell’argomento bollente di questo inizio di agosto, la scomparsa del Teramo calcio. Lo fa, assieme a colui che lo ha sempre sostenuto e costituito con lui il binomio che ha fatto calcio a Teramo per 12 anni (fino al giugno 2019), ovvero il vicepresidente Ercole Cimini, per precisare ogni sua estraneità in questa crisi pallonara.
“La situazione debitoria della società Teramo Calcio riconducibile alla gestione ‘Campitelli’, oggetto di continue e inopportune dichiarazioni, era ampiamente nota e accettata al momento dell’atto di cessione delle quote societarie avvenuta il 13 giugno 2019, in quanto correttamente evidenziata da ogni documentazione contabile ed afferente, analizzata approfonditamente prima dell’acquisto – scrivono i due dirigenti riferendosi all’accordo di vendita all’ingegnere Franco Iachini -. Le rateizzazioni Iva e di altri tributi erano e sono oggetto di regolare piano di ammortamento approvato, tanto da non aver mai pregiudicato nessun adempimento previsto dalle licenze nazionali o aver costituito impedimento alla regolare partecipazione ai campionati di competenza né tanto meno aver generato provvedimenti di penalizzazione“.
“Tutti gli impegni assunti in sede di cessione – continua la nota – sono stati e continuano ad essere onorati e garantiti regolarmente dai signori Campitelli e Cimini. Preme ricordare inoltre che la proprietà ‘Campitelli’ ha sempre operato per il bene della società e che anche in fase di cessione della stessa, benché fossero pervenute diverse offerte di acquisto della società anche economicamente più vantaggiose, abbia favorito vendere a imprenditori teramani apprezzati, legati al territorio, e non a soggetti fuori dal contesto locale che, prevedibilmente, non avrebbero avuto un legame forte con la città, preferendo magari solo l’opportunità di un vantaggio economico slegato dall’empatia con la cittadinanza“.
“Nella volontà di lavorare quotidianamente senza essere facile capro espiatorio per le attuali vicende, estranee alla gestione “Campitelli”, che coinvolgono la società Teramo Calcio, e che per tale ragione ci rammaricano, invitiamo ognuno a farsi carico delle proprie responsabilità e delle conseguenze delle proprie scelte, precisando che non tollereremo più qualsiasi riferimento alla nostra gestione della Teramo Calcio come genesi e causa delle attuali vicende societarie – concludono Lucano Campitelli ed Ercole Cimini”.