Il malore improvviso e il tentativo di raggiungere l’uscita per chiedere aiuto sono la ricostruzione più verosimile per spiegare la morte del 46enne in via Bonolis
TERAMO – L’esame cadaverico eseguito in serata presso l’obitorio dell’ospedale Mazzini di Teramo non ha dissipato i dubbi relativi alla causa di morte del geometra 46enne Pierpaolo Di Felice ma ha sicuramente aiutato ad escludere almeno l’ipotesi del gesto suicidiario. In realtà l’ipotesi è stata scartata quasi subito nelle prime ricostruzioni ipotetiche di come si siano svolte le ultime ore di vita del noto professionista teramano nella sua abitazione di via Bonolis ma c’era bisogno di rilievi più approfonditi per avere una conferma per escluderlo.
Il magistrato Davide Rosati ha deciso di disporre l’autopsia sulla salma: in mattinata verrà l’esame medico legale sarà affidato all’anatomo patologo Giuseppe Sciarra che dovrebbe eseguirla venerdì mattina. Si può affermare, con quasi assoluta certezza, che il test necroscopico servirà a cercare di chiarire quali sia stata la causa del malore che ha stroncato la vita di Pierpaolo. Perchè col passare delle ore è sempre più scemata anche la pista del delitto, convinzione corroborata da una serie di indizi che non potevano far pensare all’azione omicida di qualcuno che si era introdotto in casa.
La mancanza di un oggetto contundente, seppur facile da occultare o da portare via, e il fatto che l’appartamento era chiuso dall’interno con tanto di chiavistello alla porta non rende percorribile questa strada investigativa, anche se le ferite rilevate un tale sospetto poteva ingenerarlo. Le diverse contusioni al volto – è vero sì compatibili con una rovinosa caduta a terra a peso morto per via del malore improvviso – potevano far ipotizzare un violento pestaggio, di un qualcuno che per. l’accesso e la fuga poteva aver utilizzato la finestra aperta da molti testimoni notata nelle 24 ore precedenti il ritrovamento del cadavere. Ma la pista è apparsa poco concreta.
Più verosimile la spiegazione del malore improvviso, che avrebbe forse spinto il giovane professionista a cercare aiuto dirigendosi sul corridoio verso la porta d’ingresso, senza però raggiungerla: la caduta a terra sarebbe stata causata dalla perdita dei sensi e la successiva morte quasi istantanea. Ferite e sangue ritrovato attorno alla vittima sarebbero pienamente compatibili con questa ricostruzione, così come l’anamnesi clinica su qualche problema fisico sofferto dallo sfortunato 46enne.