Settimo espianto multiorgano al Mazzini di Teramo: la donatrice è una donna di 61 anni deceduta per emorragia. Marito e figli hanno esaudito la sua volontà di aiutare chi era in attesa
TERAMO – Dalla morte per una emorragia cerebrale massiva di una donna teramana di 61 anni, vivranno sei persone. Il grande gesto altruista di marito e figli, che non hanno esitato a decidere per la donazione degli organi della loro congiunta, esaudendo così anche una volontà in vita, ha permesso di espiantare gli organi nelle prime ore del mattino e reimpiantarli in altrettanti pazienti che erano in lista di attesa.
Cuore, reni, fegato e cornee sono stati prelevati da tre equipe diverse che sono arrivate all’ospedale Mazzini in serata e nella notte hanno lavorato al delicato intervento di espianto. Il cuore è stato prelevato dall’equipe di Roma, il fegato da quella di Modena, reni e cornee sono finite all’Aquila.
Il periodo di osservazione dei parametri clinici previsto per legge, è terminato alle 17 di ieri e subito dopo si è attivata la rete nazionale dei trapianti, con il coordinamento locale del Mazzini e quello regionale dell’Aquila. In breve tempo si è svolto il processo di idoneità e ‘allocazione’ degli organi e in nottata sono arrivate le equipe. In seguito alla comunicazione della morte la famiglia ha manifestato subito la volontà di donazione, una volontà, appunto, ‘di famiglia’ per la condivisione completa della decisione tra figli, marito e la stessa congiunta quando era in vita, dimostrando tutti una particolare attenzione e sensibilità al tema dei trapianti.
Questo è il settimo donatore multiorgano dell’anno alla Asl di Teramo. “Un ringraziamento alla famiglia – commenta il direttore generale della Asl Maurizio Di Giosia – che ha avuto un meraviglioso atto di generosità verso coloro che vivono in una speranza di vita che solo il trapianto può offrire. Ad oggi, infatti, più di 8mila persone nel nostro Paese sono in attesa di una telefonata che cambierà radicalmente le proprie prospettive di vita. Tutto il processo che dà la possibilità ai pazienti deceduti di donare e a chi è in attesa di cambiare la propria esistenza è un fiore all’occhiello della sanità italiana e rappresenta un lavoro costante e impegnativo per tutti gli operatori coinvolti nel percorso donativo. E’ un indicatore di buona qualità dell’organizzazione ospedaliera”.