Sicurezza provinciali, Pilotti a Persia: “Ci sono soldi per soli 30 km di strade”

Suv nel burrone. Dopo l’invito del sindaco di Crognaleto a un tavolo tecnico per dare attenzione alla viabilità montana, arriva la replica del consigliere provinciale delegato

TERAMO – Che il discorso relativo alla tragedia della strada verificatasi nei pressi del bivio di Rio Arno lungo la provinciale 43, coinvolgesse anche lo stato della sicurezza della viabilità della montagna e di quella arteria in particolare, era normale. Il sasso gettato nello stagno dal sindaco di Crognaleto, Orlando Persia, su una necessità non più rinviabile di mettere a sistema un investimento strutturale dell’intero comparto montano, ha già avuto l’effetto di aprire la discussione sul dal farsi.

E’ di oggi infatti la risposta del consigliere provinciale delegato alla viabilità, Luca Pilotti, che sabato sera era stato tra i primi a raggiungere il luogo dell’incidente, raggiunto poi anche dal presidente dela Provincia, Camillo D’Angelo: “Non risponde a verità – dice Pilotti – il fatto che la sicurezza delle strade della provincia ricadenti nelle aree interne sia stata trascurata, almeno non nel senso riportato dalle osservazioni rassegnate dal Sindaco. È vero piuttosto che su una rete di strade che si sviluppa per circa 1.600 km, è impossibile fare manutenzione adeguata con gli esigui e assolutamente insufficienti fondi messi a disposizione dal Governo centrale, che consentono di intervenire annualmente solo su una manciata di chilometri del tutto insufficiente (nemmeno trenta km. all’anno, considerato che rifare le strade e curare la sicurezza della circolazione significa non solo manutenere il manto stradale, ma anche provvedere al consolidamento delle stesse laddove serva, ad apporre la segnaletica orizzontale e verticale, a installare e manutenere i dispositivi di sicurezza e ritenuta passivi, e molto altro ancora), con interventi che allo stato attuale non possono che essere, purtroppo, parziali”.

Il problema non sta dunque in un atteggiamento di trascuratezza da parte dell’Ente, quanto meno non da parte della Amministrazione appena entrata in carica, che ha posto al centro della sua azione programmatica la doverosa attenzione verso le problematiche delle aree interne – sostiene il consigliere delegato Pilotti. Il problema è politico e va affrontato a tutti i livelli preposti: si tratta di decidere cosa fare delle Province, se farle vivere e funzionare oppure no. Perché se si decide in questo senso, occorre poi metterle in condizioni di operare, garantendo loro dotazioni finanziarie che, se non proprio adeguate, possano almeno essere definite tali“.