Dopo lo spostamento al mare dello spettacolo inizialmente previsto a Teramo, si vuole accertare se ci sono state violazioni nelle procedure autorizzative
TERAMO – Che la serata con il dj Fargetta di sabato scorso, spostata da Teramo e Giulianova dopo il no dalla Commissione comunale di vigilanza sui pubblici spettacoli, attirasse polemiche di ogni sorta era prevedibile. Meno prevedibile che la vicenda potesse trasformarsi in un procedimento amministrativo, aperto dalla questura di Teramo, che tende ad accertare la presenza di eventuali violazioni in tema di sicurezza delle manifestazioni pubbliche, secondo quanto disposto dal testo unico delle leggi di Ps (Tulps).
In tanti si erano interrogati su una situazione che era lapalissiana e paradossale al tempo stesso: perchè a Teramo una manifestazione in piazza con uno dei dj più in voga non si può fare e a Giulianova, nell’arco di sole 24 ore dopo, sì? Senza scomodare riferimenti e analisi alla caduta di stile o di garbo istituzionale, di passerelle pubblicitarie pre elettorali (a proposito anche i teramani di Teramo voteranno alle prossime regionali) e di uscite più o meno estemporanee sui paragoni tra piazze fatte dal palco, è nel distinguo di cosa prevede la procedura autorizzativa l’aiuto a comprendere.
A Teramo l’organizzazione di quello ‘stesso’ spettacolo, di quella ‘stessa’ riunione, di quella ‘stessa’ serata, è stata accompagnata da una comunicazione alla questura, come prevede una manifestazione in cui si presume che possano partecipare, meno di 1.000 persone, e soggetta all’autorizzazione a firma del sindaco o di chi è autorizzato a farlo, vedi dirigente o dirigenti. E’ il distinguo fissato dalla legge. Se a seguire Fargetta è presumibile che possa partecipare un pubblico più numeroso, sopra alle1.000 persone, la situazione cambia. Radicalmente. Come la notte e il giorno. Scatta una serie di prescrizioni che necessitano dell’autorizzazione della Commissione comunale di vigilanza, composta da tecnici dell’assessorato al commercio, della Asl, polizia locale, vigili del fuoco, questura e rappresentanti degli ordini professionali competenti in materia di elettricità e acustica. Va da sè che questo comporta maggiori costi a carico dell’organizzazione, che per garantire la sicurezza dei luoghi per i partecipanti, dovrebbero ingaggiare un più numeroso gruppo di addetti alla vigilanza, alla protezione civile, dotare l’area di servizi e soprattutto di controlli ai varchi, con conta persone, ad esempio. E, soprattutto, un piano di sicurezza ed evacuazione redatto da un tecnico autorizzato.
A Teramo questa comunicazione ‘semplice’ non è passata e agli organizzatori è stato richiesto di riformulare la richiesta autorizzativa secondo i più complicati termini previsti dal Tulps, che passasse attraverso il vaglio della commissione di vigilanza. La documentazione dovrebbe pervenire almeno 15 giorni prima del suo esame, ma nel caso specifico è giunta sul tavolo della commissione la sera precedente la riunione. Magicamente, quello che non era stato possibile a Teramo, 24 ore dopo è successo invece a Giulianova. Come mai? Che sia stato un evento con la presenza di pubblico superiore a 1.000 persone è stato ‘certificato’ dalle migliaia di selfie, foto, video e post pubblicati prima, durante e dopo il ‘Fargetta evening’ giuliese. Almeno 4 volte di più il 1.000 preso a riferimento dalla legge.
Da informazioni certe e verificate, la Commissione comunale di vigilanza di Giulianova non si è riunita, e l’autorizzazione allo svolgimento della manifestazione è stata rilasciata su firma non del sindaco ma di un dirigente comunale. Questo potrebbe far ipotizzare che sia stata presa in considerazione una richiesta per un evento con presenza di pubblico inferiore alle 1.000 unità? Perchè le Commissioni comunali sono diverse, lo spettacolo di Fargetta è lo stesso ma il Tulps è uno solo.