La decisione è della sezione Cai di Teramo: era intitolata al presidente che alla fine degli anni ’30 epurò i soci ebrei. La Casa del Popolo: “Applaudiamo alla scelta di ripulire la montagna”
PIETRACAMELA – Raccoglie un coro unanime di approvazione – e tra i primi ad esprimerla sono gli aderenti alla Casa del Popolo di Teramo – la decisione della Sezione del Club Alpino italiano di Teramo di cambiare la denominazione della via ferrata ‘Brizio’ in ‘Ferrata dei Ginepri’. Lo ha stabilito all’unanimità l’ultimo Consiglio Direttivo, ed è il risultato di una riflessione sviluppatasi nel tempo.
La modifica – si legge in una nota del Cai -, deriva da una vicenda storica legata all’applicazione delle leggi razziali durante il periodo fascista. All’epoca, il presidente della sezione di Roma, Guido Brizio, seguendo le direttive del Cai, che nel frattempo era stato ribattezzato Centro Alpino Italiano, espulse i soci ‘non ariani’, inclusi Enrico Iannetta e sua moglie Agnese Ajò. La via ferrata, creata per agevolare l’accesso agli alpinisti che volevano scalare il Corno Piccolo dal versante aquilano a quello teramano del Gran Sasso, era originariamente stata dedicata proprio a Brizio negli anni ’50.
“Pochi sono a conoscenza del fatto che fu successivamente acquisita dalla Sezione Cai di Teramo intorno alla metà degli anni ’90 – spiega Luigi Pomponi, presidente della Sezione -. La via ferrata si trova sul versante ovest del Corno Grande e conduce dalla Sella del Brecciaio alla Sella dei Due Corni, passando sopra il Vallone dei Ginepri“.
Grazie a un finanziamento della Regione Abruzzo e su indicazione del Cai Abruzzo, l’Ente Parco Gran Sasso – Monti della Laga ha effettuato lavori di manutenzione e messa in sicurezza delle vie ferrate presenti nel massiccio. La nuova denominazione, ‘Ferrata dei Ginepri’ – prevalsa rispetto a ‘Ferrata Ajò-Jannetta’ (il cognome della socia “epurata” e di suo marito, noto alpinista), ‘Ferrata della Memoria’ e ‘Ferrata dei due Corni’ -, sarà celebrata con una semplice cerimonia in cui verranno posizionate le targhe segnaletiche ai due imbocchi della via ferrata.
E’ affidato ai social il commento della Casa del popolo di Teramo: “Applaudiamo alla scelta di ripulire la montagna da un toponimo fascista e dunque razzista”.