Il sindaco Gianguido D’Alberto nel consueto giro di saluto ai ragazzi nelle scuole cittadine. Il siparietto con gli alunni della 1^B della Savini
TERAMO – Il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, ha voluto portare il suo saluto ai giovani studenti delle scuole cittadine che questa mattina sono rientrati in classe.
Il primo cittadino ha scambiato anche alcune battute con i ragazzini della prima classe dell’istituto comprensivo Savini-San Giuseppe e loa loro preside Adriana Sigismondi (che vedete nel video) dopo aver indirizzato una lettera agli studenti.
“La scuola è casa, è il vostro luogo, il vostro spazio dove formarvi, dove scoprire e liberare il talento di ciascuno, nella meravigliosa diversità che ci connota, il luogo dove si impara la cooperazione, il rispetto per le regole condivise, il luogo dove si acquisiscono conoscenze e competenze che permettono di crescere come persone libere e felici, il luogo dove vi confronterete con culture differenti e incrocerete storie difficili – ha scritto D’Alberto -. Anche in questo anno scolastico accoglierete con voi tanti coetanei che arrivano da altri paesi dove sono privati della pace o dei più essenziali diritti o che vivono situazioni sociali o familiari disagiate. A loro, sono certo, donerete vicinanza, calore, amicizia, così da renderli parte di una sola, grande famiglia: la nostra splendida Comunità.
“Siate porta solidale per chi chiede accoglienza, siate porto solido per chi ha bisogno di noi, siate voi stessi strumento per superare ogni confine, eliminare ogni barriera. Oggi, incantato dai vostri sorrisi, dai vostri sguardi colmi di entusiasmo e speranza, desidero invitarvi a vivere la scuola in tutta la sua pienezza, come luogo dove sviluppare potenzialità, dove apprendere come le diversità non rappresentino mai un ostacolo, ma soltanto una ricchezza. Con il supporto degli insegnanti, quali fornitori degli strumenti per la costruzione del futuro, scoprirete come la scuola, insieme ed accanto alla famiglia, è il luogo dove con la conoscenza garantirete a voi stessi la libertà di essere persone formate, preparate, consapevoli per vivere la vita in tutta la sua bellezza cercando di costruire una società migliore.
“All’interno delle vostre scuole imparerete a non essere mai indifferenti, ad essere i primi difensori dei più deboli e di quelle libertà costituzionali che non sono mai un diritto acquisito ma che, come ci insegnano la storia e la cronaca di questi tempi, vanno difesi ogni giorno proprio attraverso quegli strumenti che soltanto l’istruzione può garantirci. Quell’istruzione che genera uguale diritto alla vita superando le disparità, quell’istruzione che vince l’ingiustizia e libera dal bisogno, quell’istruzione che, come ci ricorda Don Pino Puglisi, a trenta anni dalla sua morte, rappresenta la principale arma per combattere la cultura mafiosa che lo ha ucciso e che oggi non si estrinseca solo nelle stragi e non appartiene sono ad una zona geografica, ma si palesa in ogni atto di violenza, sopraffazione, discriminazione, omertà. Per questo, ovunque, come diceva Don Puglisi, “se ognuno fa qualcosa, si può fare molto”.