Falsa e strumentale viene definita dall’amministrazione la proposta della gratuità: “Ribadiamo che la gestione economica deve essere separata da quella sportiva”. “Se il gestore non ci organizza eventi la colpa non è certo del Comune”
TERAMO – “Contrariamente alle false affermazioni odierne, mai l’attuale gestore ha proposto formalmente di far giocare e far allenare gratuitamente la squadra di calcio della Città di Teramo all’interno dello stadio Bonolis, nonostante più volte sollecitato dall’Amministrazione Comunale, utilizzando anzi le variazioni dell’introito previsto a carico della squadra, come elemento per un prolungamento della durata della concessione. Oggi per la prima volta, strumentalmente, si parla di gratuità, nel goffo tentativo di ammiccare alla città e di seguire la direttiva che l’Amministrazione comunale ha sempre tracciato“
E’ netta la replica del sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, all’ennesimo tentativo del gestore dello stadio Bonolis di far passare per un gesto di cortese concessione alla squadra di calcio il suo unico traguardo: fare ancor più business sull’impianto e allungare il più possibile la gestione (che al momento scadrà nel 2041). La nota dell’amministrazione comunale non lascia spazio a interpretazioni e anzi svela ulteriori dettagli che l’imprenditore nella conferenza stampa del mattino non aveva riferito, come ad esempio la pronuncia del Dipartimento interministeriale per la programmazione economica che ha fatto rilievi sullo stadio.
D’Alberto ha voluto però preliminarmente esprimere all’ingegner Iachini “la solidarietà per le minacce ricevute“, ma ha tenuto a ricordare “che è stata la società Soleia a promuovere il procedimento arbitrale e che nel componimento bonario è stata sempre quest’ultima a tirarsi indietro all’ultimo momento, anche a fronte di legittime richieste dell’Amministrazione, che ha il dovere di rispettare le norme e tutelare la comunità che rappresenta.
“Come Amministrazione abbiamo sempre chiesto e preteso – e continueremo a farlo – che il Bonolis fosse e sia la casa della società calcistica cittadina e che, dunque, venisse e venga garantito a quest’ultima lo svolgimento, nello stadio di proprietà comunale, di tutta la stagione sportiva, come previsto dall’articolo 36 della convenzione. Quello che continuiamo a pretendere è che l’utilizzo pieno e sostenibile dello “stadio del Teramo” non sia una concessione ‘graziosa’ ma un diritto spettante alla comunità calcistica cittadina e un dovere responsabile di chi gestisce la struttura comunale.
“Al tempo stesso, la squadra di calcio non può diventare la scusa per cercare di costringere l’Amministrazione ad accettare un Pef non sostenibile, ma semmai deve rappresentare una delle condizioni essenziali alla base di un confronto franco e onesto. Tale presa di posizione appare dunque oggi tardiva e strumentale, per questo non accettiamo tentativi di tenere sotto scacco la città, l’Amministrazione e la squadra di calcio.
“Il nostro compito è quello di garantire l’interesse pubblico – aggiunge il primo cittadino -: fino ad oggi è stato il gestore a non accettare le richieste del Comune a tutela della società di calcio e della città. Ribadendo come lo stadio Bonolis rappresenti un bene pubblico dell’intera comunità teramana, abbiamo sempre chiesto e torniamo oggi a ribadire le due linee guida imprescindibili per questa amministrazione: un tempo di gestione congruo e giustificato, che non snaturi il senso stesso di una convenzione, e la tutela massima per la società sportiva della nostra città.
“Intendo ricordare che, in sede arbitrale, è stato chiesto congiuntamente anche un parere al Dipartimento interministeriale e per la programmazione economica sulla proposta di Pef, a cui il gestore non si è ad oggi adeguato e chiarisco anche che gli interventi per completare l’area commerciale e realizzare le infrastrutture necessarie a realizzare concerti ed eventi nell’area dello stadio non siano certo di competenza del Comune. Se ad oggi non si sono svolti concerti allo stadio, nessuna responsabilità può essere addebitata all’Amministrazione e non si può consentire che si continuino a far circolare queste falsità. Lo stesso Dipartimento interministeriale ha chiarito inoltre che questo aspetto non può incidere in alcun modo sul Pef.
“Nel ribadire la volontà dell’ente di arrivare a una modifica della convenzione del 2006, risolvendo tutte le criticità connesse, così come quella di trovare un punto di incontro con il privato sempre nel rispetto dell’interesse pubblico, concludo sottolineando come la strada da seguire sia quella di separare la gestione economica da quella sportiva, che deve tornare alla città e alla squadra di calcio.