I due segugi maremmani finiti nella tana di un istrice a 12 metri di profondità: la cagnetta più giovane è morta, Bruna era stata estratta viva all’alba
CORTINO – Bruna, la cagna più anziana, è stata salvata poco dopo l’alba, mentre Briciola, la più giovane, non ce l’ha fatta. Si è risolto a metà il soccorso ai due esemplari di segugio maremmano, intrappolati da sabato pomeriggio a circa 12 metri di profondità, in una tana nel bosco di Casanova di Cortino. Bruna, 5 anni, è stata estratta attorno alle 6:30, ma per Briciola si è continuato a scavare disperatamente, dopo averla individuata incastrata tra due lastre di roccia a poco più di due metri di distanza: i pompieri del comando di Teramo e quelli del Gruppo operativo speciale movimento terra dell’Aquila, che hanno utilizzato un maxi escavatore per le emergenze proveniente dal comando aquilano, hanno lavorato incessantemente tutta la notte ma alla fine si sono dovuti arrendere di fronte al tragico destino della cagnetta più piccola: è stata raggiunta ed estratta attorno alle 13:30, purtroppo senza vita, vinta dallo stress e dalla mancanza di alimentazione per sei lunghi giorni.
Eppure quando è stata estratta Bruna è stato un momento di soddisfazione e commozione, che aveva fatto sperare in una piena riuscita dell’operazione di soccorso scattata nella tarda mattinata di ieri: la cagna è venuta fuori tra gli applausi dei pompieri e un gruppo di cacciatori in attesa, tra i quali i proprietari dei due segugi. Le condizioni dell’animale sono apparse buone, nonostante la costrizione in uno spazio così angusto e per quasi una settimana, senza cibo e idratazione. E’ stata visitata subito da un veterinario e rifocillata. Poi l’attenzione si è concentrata su Briciola. L’escavatore ha lavorato sbancato mezzo fronte della montagna, seguendo le indicazioni della termocamera e garantendo una buca di circa 10 metri di profondità dove gli altri vigili hanno lavorato con pale e mani nude, tra terra e roccia.