Domani, sabato, l’intitolazione in contrada San Benedetto. Fu uno dei primi a far parte del Comitato di Liberazione provvisorio
TERAMO – Domani, sabato 20 gennaio, alle 15.30, si terrà la cerimonia di intitolazione di una via cittadina ad Umberto Biancone. La strada con la nuova denominazione è una parallela di via Pilotti, nel quartiere San Benedetto. La cerimonia sarà presieduta dal sindaco Gianguido D’Alberto e dall’assessore Pina Ciammariconi, alla presenza dei familiari e di esponenti dell’Anpi di Teramo.
Umberto Biancone, avvocato e cavaliere, nacque a Teramo nel 1893 e vi morì nel 1960. Fu insignito della medaglia per la Prima
Guerra Mondiale, Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia, e fu giornalista ed editore oltre che bibliotecario. Si era messo in luce nel 1910 per avere partecipato con alcuni coetanei al riordino della sala di lettura annessa alla biblioteca ‘Delfico’ e per aver compilato nel 1913 ‘L’Agitazione’, testata a numero unico fatta uscire per protesta contro la punizione di alcuni studenti dell’Istituto ‘Comi’ di Teramo. L’anno dopo, il 15 agosto 1914, esordiva a Teramo ‘Il Risveglio’, il cui intento indicato nel sottotitolo (”problemi della vita abruzzese”) era di dedicare attenzione civico-amministrativa su temi economici e questioni sociali della regione.
Nel primo dopoguerra Biancone, conseguita la laurea in Giurisprudenza ad Urbino, era impegnato come corrispondente di vari
giornali (da ‘Il Giorno’ al ‘Mattino’ di Napoli, dal ‘L’Epoca’ al ‘Progresso’ di Bologna a ‘L’Idea Nazionale’ di Corradini).
Biancone, aderì all’Unione Nazionale di Giovanni Amendola, la cui sezione teramana era stata costituita il 30 aprile 1925. Ma la sua appartenenza alla Massoneria, messa fuori legge nel maggio seguente, ne determinerà l’arresto, sebbene con una reclusione di breve durata, cui seguirà la chiusura nel 1926 de ‘Il Risveglio’. Da questo momento Umberto Biancone, si dedicherà pressoché esclusivamente all’attività forense non trascurando però la ricerca scientifica.
Adoperatosi con grande generosità nel periodo bellico, affiancando il parroco di Collevecchio don Gregorio Ferretti, per far ottenere a giovani contadini i documenti necessari per l’esonero dal servizio militare, come rappresentante della Democrazia del Lavoro, Biancone entrò a far parte del primo Comitato Provinciale di Liberazione provvisorio. Consigliere quindi nell’amministrazione provinciale presieduta da Vito Caravelli, tornò a misurarsi con l’attività giornalistica. Nel 1945, compariva infatti nelle edicole ”Il Risveglio Abruzzese”, periodico d’appoggio al Partito Democratico del Lavoro con sede nello studio dello stesso Biancone, il quale ne assumeva la direzione.