Questa mattina in Cattedrale i funerali di Dario Sfoglia, erede della tradizione di commercianti attivi fin dal finire degli anni ’40 con il marchio di pelletteria Poker
TERAMO – Il feretro che lascia il sagrato della Cattedrale della ‘sua’ Teramo è la fotografia di una saracinesca che si abbassa su un grande capitolo di storia della nostra città. L’ultimo saluto a Dario Sfoglia è di quelli che farà ricordare, nel tempo, tanti altri vecchi e celebri addii di una comunità ai suoi figli migliori, di quelli che hanno fatto sentire il peso di un contributo alla crescita e allo sviluppo.
Tra i teramani che c’erano, assieme al sindaco Gianguido D’Alberto, molti commercianti suoi colleghi, stretti vicino alla moglie Catia e alle figlie Alessandra e Roberta, alla sorella Olimpia. Nel silenzio di una domenica di inizio settembre, la mente va a come la dipartita di Dario significhi la chiusura di un’era: l’era di Poker, la famiglia Sfoglia, tre generazioni di commercianti (come in passato lo è stato per il ‘Disco Rosso’, ‘Marini elettrodomemestici’, ‘Ferri abbigliamento’, i ‘Magazzini Elsa’, la ‘Genepesca’, la Gelateria Veneta, tra quelli che per primi si affollano tra i ricordi della storia cittadina) che hanno ‘firmato’ il centro storico teramano, quello che un tempo pulsava di persone e di clienti e alimentavano quel boom economico che rendevano vivo il tessuto sociale teramano. Con Dario tutto questo scompare e semmai potesse, questo addio trasforma il tutto in qualcosa di ancor più doloroso.
“Il commercio si ammala ma non muore mai” amava ripetere lui stesso citando le parole del nonno commerciante, pioniere della tradizione Poker in città, con il suo negozio aperto nel 1960 in via Costantini (che replicava quello dello zio di Dario, aperto fin dal finire degli anni ’40 sotto i portici di Fumo…). A pronunciarle era un Dario Sfoglia fresco vincitore del premio Tenaci della ‘sua’ Confcommercio, che nell’era pre-covid era ancora romantico e ottimista sul futuro della categoria a Teramo. Prova ne era la ristrutturazione del suo locale di punta, Poker in piazza Martiri della Libertà, l’apertura di un altro punto vendita a Castelnuovo Vomano e il potenziamento dell’attività de Il Bagaglio by Poker sotto ai Portici. Era una caratteristica di Dario, la ‘tenacia’. sempr sfoderata per il commercio come per la sua città. E aveva sempre creduto che ce l’avrebbero fatta, in un modo o nell’altro, i commercianti, a superare la forte congiuntura negativa, di fronte anche a scelte amministrative quantomeno ambigue e una perenne negatività della bilancia economica. Questi sogni sono morti con lui. Poker non riaprirà i battenti e Teramo perde in un sol colpo due punte di diamante che arricchivano di valore proposte e presenza sul palcoscenico bello della città. Buon viaggio Dario!