Nasconde due micro-telefoni nelle parti intime

Castrogno, tenta di introdurli in carcere per il marito detenuto ma viene scoperta dal personale penitenziario

TERAMO – Si è presentata in carcere, a Castogno, per effettuare un colloquio con il convivente detenuto. Ma ha nascosto, nelle parti intime, due micro-telefonini, che non sono sfuggiti al controllo del personale di polizia penitenziaria. A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, il Sappe. ”Lunedì mattina – rende noto il Sappe, con il segretario Giuseppe Pallini.- una donna della zona ha tentato di far entrare due micro cellulari all’interno del carcere in occasione del colloquio con il marito detenuto. La donna aveva nascosto i telefonini nelle parti intime. Il Sappe si congratula con il personale addetto al servizio ‘Colloqui’ per la professionalità dimostrata ancora una volta evitando che apparati tecnologici non consentiti entrassero nelle possibilità dei detenuti per farne uso di ulteriori traffici illeciti. La donna è stata denuncia all’autorità giudiziaria”.

E’ del tutto evidente e palese che il quotidiano rinvenimento di telefoni cellulari in carcere assume un vero e proprio problema di sicurezza nazionale, che non può continuare ad essere trascurato. Schermare tutte le carceri della Nazione, a cominciare da quello di Castrogno, non è più differibile – questo il commento di Donato Capece, segretario generale del Sappe -. Pensate che sono stati 3.606 i cellulari sequestrati in totale nel 2023 in tutta Italia: e i boss continuano a impartire ordini all’esterno, a minacciare, ad eludere la detenzione, come ha anche recentemente evidenziato il procuratore di Napoli Nicola Gratteri. Questi numeri dovrebbero preoccupare tutti, non solo noi che rappresentiamo le donne e gli uomini che lavorano nella prima linea delle carceri, e che imporrebbero una immediata presa di posizione da parte degli uffici ministeriali dell’Amministrazione penitenziaria“.

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