La denuncia arriva dal Collettivo Malelingue che ha raccolto le risposte in occasione della giornata contro la violenza di genere. Il movimento ha incontrato il rettore Corsi
TERAMO – Arriva dal Collettivo Malelingue – una cui delegazione ieri, in occasione della giornata internazionale contro la violenza di genere, ha incontrato il rettore Christian Corsi -, la denuncia pubblica di presunti abusi sessuali all’Università di Teramo.
A sottolineare episodi di molestie, ci sarebbero le risposte fornite da diverse studentesse nel questionario sul tema diffuso dal Collettivo negli ambienti universitari. “Un campione al momento ristretto – fanno sapere dal Collettivo – ma che sappiamo rappresenta solo la punta visibile di una realtà radicata ed estesa in tutte le Università. E che racconta anche il clima di profonda solitudine in vivono gli studenti, i cui racconti non vengono creduti o minimizzati“.
Le simpatizzanti del movimento politico antisessista riferiscono di “commenti inappropriati, molestie, umiliazioni, ricatti a sfondo sessuale, mani sul sedere, i capelli, baci sulla guancia, urla in faccia. A lezione, durante un esame, nei corridoi, nei laboratori. Spesso anche davanti ad altri professori, indifferenti e conniventi. Professori che agiscono indisturbati, sicuri che il loro potere è al di sopra di tutto. La violenza nelle istituzioni, e delle istituzioni, accademiche – continua il Collettivo Malelingue – non è un fenomeno episodico, ma strutturale, che spesso viene ignorato o insabbiato da chi dovrebbe salvaguardare il benessere degli studenti, pur di salvaguardare il prestigio istituzionale“.
“Per questo proprio il 25 novembre – prosegue la nota del movimento – abbiamo portato nell’Università di Teramo un chiaro messaggio: non è possibile far finta di niente, non è accettabile che le aule universitarie continuino a essere luoghi di oppressione invece che di formazione. Occorre che l’Università di Teramo si faccia carico di ciò che accade tra le sue aule, garantendo alle studentesse tutto il supporto necessario. E allo stesso tempo portiamo tutta la nostra solidarietà a chi ha il coraggio di rompere il silenzio e non subire più, e a chi questa forza non ce l’ha. Lo scorso anno eravamo in tantissime a Teramo a ricordare Giulia Cecchettin: purtroppo non è stata l’ultima a cadere per mano di un ‘bravo ragazzo‘. All’università abbiamo voluto ricordare lei e con lei, tutte le sorelle strappate alla vita. Vogliamo che non accada più. Ci vogliamo vive e libere”.