Dai consiglieri di opposizione critiche alla proposta di D’Alberto (“servono politiche diverse da parte del Comune”): anche nel 2016 l’assessore Fracassa con il cantiere del Corso scatenò il sit-in dei negozianti e 3.000 firme contrarie, negando ristori per i danni
TERAMO – Non piace al gruppo consiliare di Futuro In l’intervento del sindaco Gianguido D’Alberto che è tornato chiedere indennizzi per i commercianti del centro storico che hanno subito danni dal sisma prima e dai cantieri della ricostruzione adesso.
“Si tratterebbe di un provvedimento temporaneo – dicono Laura Angeloni, Franco Fracassa e Alessandro Di Berardino -, che può offrire un sollievo momentaneo ma che non risolve i problemi profondi che affliggono il cuore di Teramo. Non possiamo accettare che, dopo tutto questo tempo, l’unica strategia per il rilancio del centro storico sia un ulteriore intervento emergenziale e privo di una visione strutturale e di lungo periodo. Serve un cambiamento di rotta – dicono i consiglieri di opposizione – che vede proprio il commercio come protagonista attraverso una visione complessiva e condivisa della città, una visione unitaria che integri in un unico progetto diversi aspetti“.
Corsi e ricorsi storici, ma sempre per quanto riguarda Futuro In, in piena coerenza con quanto asserito negli ultimi 9 anni. A rileggere i passaggi del comunicato pomeridiano dei ‘gattiani’ sembra di rileggere quanto l’amministrazione Brucchi, con i fatti, ribadì a chiare lettere, fino a subire una lunga protesta dei commercianti cittadini, che raccolse anche 3.000 firme, ai tempi dei lavori infiniti della ripavimentazione di corso San Giorgio. Anche in quella occasione, ma da sponde opposte, il sindaco di Teramo da capogruppo Pd all’opposizione, chiedeva indennizzi per i commercianti, guidati in strada nel presidio dinanzi al New York bar dalla Confesercenti e dal Consorzio Shopping In Teramo centro.
Di fronte chi c’era, a difendere l’operato suo e dell’amministrazione? Il consigliere Franco Fracassa, allora assessore ai Lavori pubblici, in grandissima difficoltà (era l’ottobre 2016) a metterci la faccia per difendere le mattonelle cinesi che tra l’altro non arrivavano mai, ferme al porto di Ancona, e un cantiere che aveva preso il posto della storica passeggiata dei teramani. Come oggi: cantiere-indennizzi per il centro sinistra, cantiere no indennizzi per il centrodestra, ma con responsabilità di governo diverse e sostanziali.
La coerenza è salva, dunque: resta il fatto però, che Futuro In rileva, e fa leva su questo per accusare il lassismo di sei anni di governo dell’amministrazione D’Alberto, che “a Teramo, oltre che i residenti, sono spariti i negozi al dettaglio e attività di commercio ambulante e per questo i servizi, la vivibilità, la sicurezza e l’attrattività della nostra città sono sempre più a rischio, anche a causa della desertificazione commerciale. Per prima cosa, deve essere prioritaria una politica di ‘qualità’ del centro: il decoro urbano, la pulizia e percorribilità delle nostre strade, bisogna garantire la sicurezza, l’attrattività turistica ma deve essere assicurata soprattutto l’accessibilità e dunque la fruibilità del centro“. Ma questo lo diceva anche D’Alberto, che era all’opposizione, e lo negava Fracassa, che era l’assessore.
Futuro In rimette in gioco le polemiche sui parcheggi (“scelte sbagliate e punitive con le tariffe esagerate delle innumerevoli strisce blu“), sull’aumento del 10% della Tari (“le nuove tariffe hanno colpito fortemente le attività artigianali e commerciali. In questo momento di generale difficoltà economica è necessario mantenere basse le tasse comunali per incentivare i commercianti a rimanere aperti“), sulla mancanza “di eventi attrattivi, la scarsa cura degli spazi urbani, l’accessibilità limitata e l’assenza di un piano strategico per il turismo e il commercio” per dire che i danni subito dai cantieri del sisma “sono problemi che non si risolvono con un semplice trasferimento di risorse economiche“. Un pò come è stato cassato dal governo regionale che ha negato l’inserimento nella Finanziaria l’emendamento presentato da Sandro Mariani che riconosceva appunto indennizzi ai commercianti di Teramo e L’Aquila.
“Il Sindaco – scrivono i tre consiglieri -, invece di pretendere come sempre l’intervento di altre Istituzioni, farebbe bene a mettere in campo politiche comunali vere in favore delle persone e non volte alla ricerca esclusiva di pubblicità personale. Come abbiamo più volte sottolineato, bisogna cambiare subito rotta, scegliendo di stare accanto alla gente. Ulteriori indennizzi non affrontano le cause profonde di questa crisi“, prendendo esempio da L’Aquila e Ascoli Piceno: “L’Aquila, dopo il terremoto, ha saputo trasformare la ricostruzione in un’opportunità, puntando su eventi culturali e infrastrutture moderne. Ascoli, invece, ha investito nella valorizzazione del proprio patrimonio storico, rendendo il centro un’attrazione per turisti e cittadini .Sette anni sono un tempo sufficiente per costruire un progetto di rilancio vero. Purtroppo, questa amministrazione ha scelto la via più facile, puntando su soluzioni temporanee che lasciano irrisolti i problemi di fondo. Teramo merita di più: merita una visione ambiziosa, che metta al centro il valore del suo cuore storico e il benessere di chi lo vive. Ma questa Amministrazione da sempre naviga a vista, non ha una visione e dunque non ha mai messo in campo azioni concrete per ridare dignità alla nostra città capoluogo. Ancora una volta il gruppo consiliare di Futuro In non rinuncia all’invito che rivolgiamo da tempo: cambiate rotta per il bene della nostra comunità oppure lasciate il campo prima di ridurre questa città ad un deserto!“